Rifiuti elettronici

Sapete cosa vuol dire l’acronimo raee? Questa sigla sta ad indicare i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Volendo essere ancora più chiari stiamo parlando di computer, palmari, televisori, frigoriferi e lavatrici.

Questa nuova tipologia di rifiuti costituisce una presenza sempre più ingombrante.

Un rapporto dell’ONU rivela un trend su cui riflettere.

I sette miliardi di persone che popolano il nostro pianeta producono ognuno 7 chili di raee all’anno, per un totale che sfiora i 49 milioni di tonnellate.

Una tendenza in aumento che in futuro porterà i rifiuti elettronici prodotti a 65 milioni di tonnellate.

Tra i Paesi maggiori produttori di raee vi sono la Cina e gli USA.

Il problema come è evidente è rappresentato da dove finiscono questi particolari rifiuti.

Le apparecchiature più grandi e voluminose come televisioni e monitor vengono esportati in altri Paesi come il Messico, il Paraguay, il Venezuela mentre i computer dismessi migrano verso i Paesi asiatici e africani.

Questo afflusso nei Paesi più poveri determina un aumento delle malattie legate allo smaltimento di questi particolari rifiuti per la carenza delle necessarie norme di sicurezza.

I Paesi produttori di raee, per lo più occidentali, quindi delocalizzano lo smaltimento trasferendo il problema all’estero.

Questo accade nel mondo. E in Italia?

Anche da noi la tecnologia, come nel resto del mondo, avanza sempre più velocemente, tanto da indurci a cambiare spesso i nostri strumenti elettronici con dei modelli nuovi.

Spesso elettrodomestici, televisori, cellulari e computer vengono abbandonati per strada senza pensare alle conseguenze ambientali.

Per la raccolta di questi rifiuti occorre provvedere al ritiro a domicilio o alla sostituzione presso gli esercizi commerciali dove si acquista un apparecchio nuovo o a centri di raccolta dedicati.

Per smaltire e riciclare questi oggetti che possono contenere sostanze pericolose per l’ambiente, esiste nella fase del riciclo quella di messa in sicurezza.

Sono necessarie poi infrastrutture e modalità di trasporto particolari.

Poi si procede al trattamento e recupero, una specie di smontaggio per riutilizzare i componenti vecchi in nuovi cicli produttivi.

Per lo smaltimento di strumenti elettrici fuori uso e gli elettrodomestici ingombranti esiste il ritiro del vecchio elettrodomestico, oppure il cittadino consegna il vecchio strumento al negozio dove ne compra uno nuovo.

Sarà cura del rivenditore conferirlo nel luogo preposto allo smaltimento.

E’ necessario solo che al momento dell’acquisto del nuovo prodotto il cliente chieda il ritiro del vecchio oggetto.

Per le aziende che devono, al contrario, riciclare quantitativi ingenti di rifiuti tecnologici esistono servizi appositi predisposti da operatori specializzati.

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