GIUSTIZIA CIVILE, MINORI E FAMIGLIE, CAMMINO: NON SI FERMI LA RIFORMA, PRIORITA’ ALLA FIGURA DEL NUOVO GIUDICE UNICO SPECIALIZZATO

Roma, 4 luglio 2016 COMUNICATO STAMPA

GIUSTIZIA CIVILE, MINORI E FAMIGLIE, CAMMINO: NON SI FERMI LA RIFORMA, PRIORITA’ ALLA FIGURA DEL NUOVO GIUDICE UNICO SPECIALIZZATO

Per la Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni il processo di riforma della giustizia civile per le persone, i minorenni, le relazioni familiari non deve essere fermato e si deve contribuire responsabilmente nella costruzione di un nuovo unico giudice, effettivamente specializzato, prossimo, davanti al quale si concentrino le competenze.

E’ in atto la riforma della giustizia che riguarda le persone, anche di età minore, e le loro famiglie. Oggi la competenza in materia civile è frazionata tra più giudici diversi, con diverse composizioni e procedure: ciò è fonte di disagio per i cittadini, di ingiustificabili ritardi, di disfunzioni e di spese anche per l’erario.

E’ quindi necessario pervenire a un giudice unico con concentrazione delle competenze in materia, che assuma l’integrale presa in carico delle persone vulnerabili e, in particolare, dei minorenni. Deve infatti sempre essere data priorità alle soluzioni in cui sia più probabile che le loro migliori condizioni di sviluppo psico-fisico siano attuate, ricostruendo le relazioni nel loro superiore interesse, che costituisce criterio preminente e determinante di giudizio. Così anche per gli altri soggetti vulnerabili.

Il nuovo unico giudice deve essere effettivamente specializzato, con l’apporto anche di saperi altri nel momento decisionale al fine di individuare tale interesse. I giudici debbono essere adibiti esclusivamente alla funzione di giudicare in questa materia perché la stessa non può essere trattata promiscuamente ad altre, avendo sue caratteristiche particolari: non è volta a stabilire solo torti e ragioni nel passato ma alla ricostruzione delle relazioni presenti e future, per la tutela rafforzata della persona di età minore o, comunque, vulnerabile. Sia prossimo, in ragione della sua accessibilità effettiva. Concentri davanti a sè anche le competenze penali minorili, essendo spesso inscindibile l’intervento (ri)educativo sulla persona di età minore che ha commesso reato da interventi di sostegno ai genitori.

In questa prospettiva, Cammino ha sempre privilegiato la scelta per un Tribunale per la persona, la famiglia e i minorenni, come disegnato ad es. dal DDL 1238 Atti Senato. Tuttavia Cammino non ne fa, né ne ha mai fatta una questione nominalistica: l’importante è che il giudice unico per le persone, i minorenni e le relazioni familiari abbia le caratteristiche di cui sopra.

Il DDL 2284, ora all’esame del Senato, che riorganizza anche la giustizia in materia di persone, minorenni, relazioni familiari, ha subito nel corso dell’esame e dell’approvazione da parte della Camera dei Deputati, un restyling importante, che molto ha avvicinato il modello di giurisdizione proposto a quanto ritenuto da noi essenziale.

Ci sono certamente criticità: desta ad esempio gravi perplessità l’assetto delle procure distrettuali nelle quali i magistrati addetti non sono adibiti esclusivamente alle funzioni. I pubblici ministeri hanno infatti delicatissimi compiti nel processo penale minorile e di iniziativa nell’area civile minorile ad es. del pregiudizio, dell’adottabilità, della sottrazione internazionale dei minorenni.

Bisogna lavorare alacremente e responsabilmente al DDL proponendo i miglioramenti necessari e con la consapevolezza che la cultura giuridica del nostro Paese è debitrice ai Tribunali per i Minorenni, dai quali tanti preziosi stimoli di innovamento per rispondere alla domanda di giustizia sono pervenuti in passato e pervengono tutt’ora. Segno evidente della fecondità della cultura giusminorilista.

Ma il problema non è abolirli o meno, perché se c’è e ci sarà un giudice unico (e si deve auspicare che ciò sia e lavorare perché avvenga) ciò è implicito: la questione è come assicurare la miglior giustizia alle persone di età minore, agli altri soggetti -in specie vulnerabili- e alle relazioni familiari, mutuando i pregi di ciascun sistema esistente (Tribunali per i minorenni, Giudici tutelari, Tribunali ordinari) ed emendandone i difetti.

Del che ci si deve responsabilmente fare carico, nell’interesse dei cittadini, non fermando riforme necessarie ma contribuendo al loro miglioramento.

LORENZO COLETTA

Ufficio Stampa Nazionale

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