Un lettore su Italians – Corriere della Sera (26 gennaio), scrive: «Caro Severgnini, conosce questo passo? “Chi bestemmia il nome del signore deve morire: tutta l’assemblea lo deve lapidare. Straniero o cittadino, se bestemmia il Nome, sia messo a morte”. Corano? no, Bibbia o – per gli Ebrei – Torah, visto che siamo nel Pentateuco, si tratta infatti del versetto 16 del capitolo 24 del Levitico. Nel Corano non ci sono passi del genere, va riconosciuto a Maometto d’essere stato profeta più illuminato degli ignoti autori del Levitico. Ignoti autori? in una teocrazia di stampo cristiano sarebbe affermazione blasfema e quindi da condanna a morte, il Levitico – ça va sans dire – è parola di Dio, ma per nostra fortuna teocrazie di questo stampo non esistono, prima le persecuzioni, poi l’assimilazione della cultura greca e romana, poi la Riforma, poi l’Illuminismo hanno reso la fede cristiana una fede ragionevole, o che almeno si atteggia a tale».
Intanto non è vero che nel Corano non esitano versetti che incitano all’uccisione degli infedeli. Ce ne sono molti. Ne trascrivo un paio: “La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso” (Sura 5;33); “Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti.” (Sura 2:191). Ma sia nel Corano, sia nell’Antico Testamento esistono anche versetti che vietano di uccidere. Il lettore, però, sembra dimenticare che a rendere “ragionevole” come lui dice, la religione dell’ Antico Testamento, prima di tutto ciò che elenca, c’è stato il Cristo, che disse chiaramente: “Avete inteso che fu detto dagli antichi: «Non ucciderai»; infatti chi uccide è sottoposto al giudizio. Io invece vi dico: chiunque s’adira con il suo fratello sarà sottoposto al giudizio” (Mt 5,21). E più avanti, ai versetti 5,38 – 39: “Avete inteso che fu detto: «Occhio per occhio e dente per dente». Io, invece vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti colpisce alla guancia destra, volgigli anche la sinistra”. Che molti cristiani durante alcuni secoli abbiano dimenticato il Cristo, è altro discorso. Ma la religione cristiana (di Cristo) non è la religione del versetto riportato dal lettore.
Miriam Della Croce