LUIGI DE FILIPPO E LA LETTERA DI MAMMA’

Sarà in scena fino all’11 gennaio, al Teatro Parioli Peppino De Filippo, la divertente commedia in due atti “La lettera di Mammà”, che vede il ritorno di Luigi De Filippo come protagonista, tra gli eredi indiscussi della grande dinastia del teatro partenopeo.
Una lettera-testamento, lasciata dalla madre defunta di nobile casata, al giovane baroncino, provoca esilaranti equivoci. Una commedia brillante, che conferma la peculiarità del talento e di una comicità da sempre contraddistinta da un sottile filo di amarezza. La storia di un nobile ormai decaduto, “scaduto” come definito nei divertenti dialoghi, riesce nell’intento di combinare il matrimonio del nipote, il baroncino Riccardo (Vincenzo De Luca), con Claretta (Claudia Balsamo), figlia di Luisa (Stefania Aluzzi)e Gaetano (Michele Sibilio), ricco commerciante desideroso di riuscire ad accaparrarsi “un quarto di nobiltà”. L’anziano e spiantato barone Edoardo (Luigi De Filippo) vuole sposare Teresina (Stefania Ventura), facoltosa zitella, rifugio sicuro per salvarsi dalla miseria. Non tutto fila secondo i piani poiché il baroncino, nel rispetto delle ultime volontà scritte nella lettera in questione crede di non dover adempiere alle legittime aspettative coniugali, verso una moglie ricca, piena di passione, nonché di denaro. Tutto questo renderà meno prevedibile e più frizzante l’intera vicenda.
Rappresentata per la prima volta a Napoli, nel 1933 al Teatro Sannazzaro e scritta da Peppino nello stesso anno, riscosse subito un grande successo tra il pubblico della città. Ora la ritroviamo riproposta da Luigi De Filippo, in una sua personale interpretazione con la sua regia e la sua Compagnia di Teatro di undici attori, tutti bravissimi. Con un affettuoso ricordo Luigi racconta il suo debutto in questa commedia, come coprotagonista nel 1952/53 all’Olimpia di Milano: “Mio padre mi prese per mano e mi condusse alla ribalta affinché ricevessi la mia parte di applausi. Il testo è stato uno dei primi copioni di mio padre, un’anticipazione del Teatro Umoristico dei De Filippo, fatto sì di opere comiche, ma capaci di suscitare riflessioni”. In un’elegante scenografia, ambientata negli anni ’20, nonchè i costumi, ha evidenziato i problemi che possono derivare dai matrimoni combinati dalle famiglie e non dai futuri sposi. Tra le sfumature dei dialoghi non poteva mancare il “ragù alla napoletana”, spirito di vitalità dell’ambiente casalingo, emblema di quel lento scorrere del tempo, nonché l’ironia verso il “rapporto a due”, immortalata dalla lettura di una poesia che Luigi lesse a suo padre: “Anime gemelle”.
Teatro Parioli Peppino De Filippo Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma
tel . 06 8073040 www.teatropariolipeppinodefilippo.it

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