Come mai? Come mai le donne religiose della chiesa cattolica non sentono il bisogno di fare continuamente l’elogio sperticato degli uomini religiosi della chiesa cattolica? Come mai? Come mai le donne religiose, suore, monache, teologhe della chiesa cattolica non paragonano gli uomini a fiori o fragoloni sulle torte? Come mai, invece, gli uomini della chiesa cattolica sentono sempre più questo bisogno? L’altro giorno Papa Francesco ricevendo i membri della Commissione Teologica Internazionale, ha fatto ancora una volta, come i suoi predecessori del resto, l’elogio delle donne nella chiesa. Ha detto che un segno dei tempi che cambiano anche a livello accademico è dato dalla crescente presenza di donne specializzate in studi teologici. E ha aggiunto: “Ancora non basta, sono le fragole sulla torta. Bisogna farne di più”. Nel mese di maggio, disse alle suore: “Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza!”. Viene in mente l’obiezione che l’australiana Rosemary Goldie fece al teologo conciliare Yves Congar, che in un documento voleva paragonare le donne alla delicatezza dei fiori e ai raggi del sole: “Padre, lasci fuori i fiori. Ciò che le donne vogliono dalla Chiesa è di essere riconosciute come persone pienamente umane”. Non fragoline, fiorellini e raggi di sole. Il Papa ha anche ricordato che «icona della Chiesa” e «maestra di teologia» è Maria: «Come testimone privilegiata dei grandi eventi della storia della salvezza, “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Ora, è vero che la madre di Gesù “conservava tutte queste cose in cuor suo” (Luca 3,51), però non sembra che ci capisse molto, giacché Luca riferisce anche: “Essi [Maria e Giuseppe] non compresero ciò che [Gesù] aveva detto loro” (Luca 3, 50).
Miriam Della Croce