Questo articolo e’ la parte conclusiva di quello gia’ pubblicato il 22 ottobre 2014:
Quando si vuole definire una comunita’? Soprattutto a quale Comunita’. Se per Continuita’si intende un determinato gruppo di famiglie e di persone individuali che lavorino indipendentente dai meriti ottenuti dalle loro capacita’ professionali, imprenditoriali, direzionali, commerciali, industriali e altre categorie non menzionate, giustamente sviluppano lavoro e progetti per il proprio sostentamento. Pero’ si ha la percezione che non siano sufficientemente organizzate nell’ambito dell’associazionismo, come e’ vero che un numero considerevole di persone, per vari motivi o ragioni si astengano a determinate attivita’ sociali. Davvero rende difficile a capire il perche’ dei loro atteggiamenti nell’essere disinteressati anche della loro “madreterra”, quindi l’Italia di oggi sommersa da tanti grandi e piccoli problemi, nonostante tutto, si avvertono notevoli progressi anche nell’ambito del popolo italiano.Consapevolmente non e’da sorprenderci se ci si deve confrontare con questo modello di comunita’, che si percepisce deludente, fortunatamente marginale e si ravvisa che non ha alcun senso autoisolarsi, la gente ha voglia di confrontarsi perche’ aiuta a migliorarci, e’ necessario poter interagire nell’ambito della comunita’ italiana e con quella italo-americana, altrimenti non potra’ mai diventare attiva e utile a tutti coloro che compongono tale comunita’, sopratutto alle comunita’ che operano all’estero.
Quindi, questo gruppo di famiglie e di persone individuali soptramenzionati, non si attiveranno mai, perche’ ci si rendo conto che non hanno alcun punto di riferimento e nessun progetto che possa in avvenire essere utile a tutti gli italiani residenti nelle circoscrizioni consolari. Se e’ questa la comunita’ che per decenni e’ stata quasi immobile, quindi statica, tutt’al piu’possono avere il merito di avere progredito individualmente e si puo anche applaudire per il loro benessere, ma non hanno offerto nemmeno un dollaro per l’organizzazione di una vera comunita’ come e’ logico che non sono stati utili al sociale e all’associazionismo, perche’ isolate nella loro mentalita’ in senso lato possessiva e molto lontana dalla nazione che detiene una cultura e una politica sociale e solidale frutto dell’ultramillenaria storia della Italia nostra.
Per onesta’ culturale emerge una piccolo parte della comunita’ che ha tanta voglia di fare e anche consapevole, che il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc. e la Galileo Legacy Legacy Foundation, Inc. su iniziativa dell’On. Michele Frattallone, hanno ptomosso ed organizzato molte attivita’ ed eventi culturali di livello alto. SApprofitta per elencare le varie attivita’ realizzate dal Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo e dalla Galileo Legacy Foundation, Inc. che l’On. Michele presiede: Fu realizzato un mini programma radio, in lingua italiana relativa la Storia d’Italia e le 20 Regioni; Organizzarono la Celebrazione dell’Anniversario del Bicentennario della Bandiera Italiana e tale cerimonia fu ripetuta dal 1998 al 2000; Nel 1998 organizzarono il Semestre della Cultura Italiana; Nello stesso anno, organizzarono la Celebrazione della nascita di Guglielmo Marconi. Nel 2000 organizzarono un’eccezionale evento culturale relativa la presentazione del libro “Guglielmo My Beloved” presso lo State Hous di Boston; Nel 2001–2002-2003 e 2006 in onore Guglielmo Marconi a cui sono state erette Statue, Monumenti, Statue, Targhe in bronzo e l’intitolazione di una Piazza a Johnston, R.I. , e altre a Wellfleet, Cape Cod, Mssachusetts e a Boston. A tali eventi fu invitata la Principessa Elettra Marconi. Nel 2009 con la collaborazione del Prof. Carlo Cipollone e del Prof. Adolfo Caso organizzarono una Conferenza su Galileo Galilei.
Nel 2010, nell’ambito di una riunione del COMITES di Boston, la presentazione del Progetto per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, via on line. E approva su mozione all’ uninimita’ dai membri di detto Comites. Nello stesso anno, un intervento dell’On. Michele Frattallone incentrato sul tema per le Celebrazioni del 150mo anniversario dell’Unita’ d’Italia, presso l’Ambasciata d’Italia in Washington, D.C. in occasione della Riunione Annuale dei COMITES. Nel 2011, per il 150mo dell’Unita’ d’Italia, l’On. Michele Frattallone organizzo’ con il Prof. Matteo Casini ed altri Docenti una serie di Conferenze nell’ambito delle Universita’ di Boston e Cambridge. Nel 2012-2013 e 2014, altre iniziative nel mese di Giugno a Boston, Cambridge, Massachusetts e nello Stato del New Jersey in relazione a Cerimonie legati al Progetto Marconi.
Cosi’ altrettanto la Dante Alighieri di Cambridge ed altre Associazioni Italiane ed i Figli d’Italia [una grande associazione Italo-Ameericana], organizzata su scala nazionale, certamente non si puo’ negare anche le loro notevoli atttivita’ legate e orientate alle Feste, Conferenze e Celebrazioni, ma nulla d’eccezionale che possa ritenere utile per migliorare visibilita’ organizzativa, per motivi soprattutto perche’ non ci sono state determinate risorse in denaro e le dovute strutture per coinvolgere tutta la comunita’ italiana nel New England.
L’Immigrazione nel Nord Ameerica annovera milioni d’immigrati dall’estero e fra questi molti furono gli italiani che sfortunatamente non istruiti a sufficienza per migliorare la loro cultura, ma e’ anche vero che da decenni e decenni le comunita’ sono state distrattate e messe all’angolo quasi non esistessero, su questo doloroso abbandono, ma la percezione e ben visibile al limite della desolazione e mortificazione, soprattutto morale, perche’ la politica italiana fu assente e senza memoria. Soltanto dopo il 1988 con l’introduzione dell’Anagrafe Italiani all’Estero, voluta dall’On. Mirko Tremaglia, ci fu maggiore interesse per gli Italiani all’Estero ed e’ per questo che la nuova generazione di immigrati italiani, piu’ acculturate e fortunate, dovrebbero essere piu’ indulgenti e presenti, anzi sarebbero molto piu’ utili che si proponesseero con le loro capacita’ ed esperienze a migliorare le situazioni nell’ambito della Comunita’ Italiana con l’auspicio che l’evoluzione possa estendersi nelle altre circoscrizioni consolari, non solo negli Stati Uniti, ma anche nel resto del Mondo.
Quindi e’ intenzione dell’On. Michele Frattallone, seguire l’ottica di cio’ che dovrebbe essere essenziale a una vera comunita’italiana all’estero ed allineato a quello che realmente dovrebbe realizzare il COM.ITES. Premesso che non si intende negare la presenza dell’associazioni italiane ed italo-americane. Detto cio’ anche Il Centro Attivita’ Scolastica Italiana, Inc. (C.A.S.IT.) di Boston e la Dante Society in Cambridge, la Pirandello Italian Language Center (P.I.L.C.) di Boston ed altre realta’di iniziative scolastiche che si sono prodigate per attivarsi con le loro iniziative mirate a diffondere la lingua e la cultura italiana. Si ritiene giusto sottolineare che la politica italiana, per molto tempo non ebbe sufficientemente affrontato le problematiche degli italiani residenti all’estero, convinti che le persone preposte alla politica e non solo una percebile intuizione, perche’ di fatto e’ stato commesso un grande errore per non avere voluto o non voluto, con il risultato che si sono perduti moltissimi anni, con questo non s’intende addossare colpe ad altrui.
Come e’vero che la politica di un certo modello d’italianita’ fu latitante nell’ambito dal tessuto sociale della comunita’ italiana e per questo motivo rese difficile e incompatibile a interagire da una situazione sociale deficitaria senza la necessaria unita’ con la comunita’ italiana perche’ non organizzata, meno efficiente e non si e’ sviluppata a sufficienza nell’ambito organizzativo perche’ ancora prigioniera di una mentalita’ ricca di un retagio dannoso relativo a pregiudizi molto negativi che impediscno loro a svilupparsi e nell’essere piu’uniti e coesi. Forse…si potrebbe ipotizzare per ragioni logistiche, ma se vi e’ la volonta’di realizzare una certa cosa, si possono superare anche tali ostacoli ed essere nelle condizioni di fare evolvere piu’ in positivo la comunita’ italiana presente nel territorio statunitense.
Puutroppo, il governo italiano se ne occupo’ con molto ritardo per riallacciare rapporti con gli italianai all’estero e vanificarono la memoria per ricordare quanti sono stati gli italiani che dovettero emigrare per moltleplici cause e motivi dovute, soprattutto alle loro condizioni economiche e con l’unico obiettivo: rifarsi una nuova vita. Questa lunga dimenticanza da parte della politica italiana creo’ un solco quasi invalicabile fra gli italiani in Italia e gli italiani residenti nel resto del Mondo. Quindi, per le motivazioni sopramenzionate la comunita’ italiana non si e’ potuta evelversi strutturalmente per creare un vero CENTRO DELLA CULTURA ITALIANA A BOSTON.
L’autore dell’articolo Michele Frattallone, risiede all’estero ovvero nel New England (USA), le stesse cose poco positive menzionate si sono riscontrate anche nel resto del territorio degli Stati Uniti, salvo alcune eccezioni nella Citta’ di New York, Philadelphia e Washington, D.C., probabilmente anche in altre grandi citta’ amaricane, ma vi sono anche altre realta’ negli USA, che potrebbero essere meglio organizzate di Boston, pero’ veri Centri della Cultura Italiana, non ci sono come s’intende disegnarla e proporla alla Comunita’ Italiana del New England.
Detto questo Michele Frattallone intende proporre un progetto da realizzare entro un periodo di 5 anni. Ovviamente con la collaborazione del nuovo COM.IT.ES., della circoscrizione consolare di Boston e con la collaborazione di tutte le associazioni Italiane e Italo-Americane, beninteso, a tutte quelle che desiderano aderire al progetto e a elezioni concluse, comunque, dopo il 19 dicembre del 2014.
Uno dei progetti da realizzare vi e’ la priorita’ al progetto Marconi, quale punto di riferimento negli Stati Uniti, in onore a uno dei piu’ grandi e famosi scienziati, inventote della radio, l’italiano che emigro’ temporeneamente in Inghilterra con sua madre, poi rientro’ in Italia, fu uno dei piu’ grandi geni italiani, inventore della radio, che ha dato la parola al silenzio, premio Nobel nel 1909, Guglielmo Marconi.
Boston, 10 novembre 2014 –
On. Michele Frattallone
Presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc.