La storia di Anneliese Michel, vittima di un falso cristianesimo

Tra le tante vittime di un falso cristianesimo, alcune delle quali santificate dalla Chiesa, è senz’altro da annoverare la povera Anneliese Michel. Vissuta non nel medioevo ma, cosa incredibile, nella seconda metà del secolo scorso. Nacque a Leiblfing (Germania) il 21 settembre 1952 e morì ad appena 24 anni a Klingenberg am Main, il 1º luglio 1976.

Anneliese, povera Anneliese, oggi forse saresti ancora viva, se non avessi avuto la disgrazia d’essere figlia di genitori cattolici che credevano negli esorcismi e nelle possessioni diaboliche. Gli esorcismi, cara Anneliese, non solo non hanno ragione d’essere, ma sono sempre rivolti ad un diavolo fasullo; una sorta di spiritello dispettoso, che si diverte ad entrare materialmente (non ne avrebbe bisogno, essendo soprannaturale) nel corpo di qualche ragazza, magari bella (di solito si tratta di donne, giacché nell’immaginario popolare, e in quello degli esorcisti, il diavolo è maschio e spesso è anche fornito di zampe e di coda), facendola dimenare e strillare; ed alle volte n’esce, ma solo se gli viene ordinato in nome di Cristo, reiteratamente e perentoriamente dal bravo esorcista, munito di medagliette, crocifisso, e dell’indispensabile acqua santa. E’ accertato, infatti, che il diavolo in mancanza dell’acqua santa non ci pensi proprio a sloggiare. Eppure, secondo logica, cara Anneliese, povera Anneliese, l’occupazione del diavolo, spirito terribilmente cattivo che ha osato ribellarsi a Dio, dovrebbe essere quella di spingere gli uomini a compiere azioni orrende, quali stragi d’innocenti, genocidi, violenze, stupri, sfruttamento dei deboli, ecc., e sarebbe più giusto quindi che gli esorcisti, giacché ritengono che le loro arti funzionino anche a distanza si adoperassero magari per allontanare l’influsso del maligno da uomini veramente perversi, dai mercanti d’armi, ad esempio, e dagli appassionati della guerra. Ma è anche logico pensare che dell’esorcista si possa fare tranquillamente a meno, giacché per implorare l’intervento di Dio contro Satana, dovrebbero bastare le preghiere di un semplice sacerdote, o di un semplice fedele. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma anche Gesù scacciava i demoni”. Già, così credevano gli apostoli, duemila anni fa: “Mio figlio ha uno spirito muto: lo afferra, lo getta per terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce” (Marco 9,18). L’evangelista descrive la tipica sintomatologia dell’epilessia, rubricata popolarmente sotto uno «spirito muto» demoniaco, secondo la cultura del tempo.

Ma torniamo alla tua storia, Anneliese. Una storia che sembra appunto appartenere a parecchi secoli addietro. I tuoi genitori, Anneliese, credevano nel diavolo fasullo in cui credono erroneamente gli esorcisti, e furono la tua rovina, la rovina della loro creatura. Eri malata, Anneliese, semplicemente malata e bisognosa di cure mediche. Le convulsioni presero a tormentarti negli anni della scuola superiore. Ricordi, Anneliese? I medici ti diagnosticarono una forma d’epilessia, e i tuoi genitori ti “diagnosticarono” una forma di possessione diabolica. Nonostante la malattia, povera Annaliese, riuscisti a terminare gli studi e a conseguire il diploma. Nel settembre del 1973 ti iscrivesti all'università di Würzburg. Sognavi di diventare insegnante elementare. Ma i tuoi genitori credevano alle possessioni diaboliche e agli esorcismi, e si persuasero che tu fossi posseduta dal demonio e bisognosa d’esorcismi. E ti misero nelle mani di bravi sacerdoti. Mani migliori non potevano trovare. I bravi sacerdoti cominciarono a collaborare con i tuoi genitori per distruggerti. A fin di bene, ovviamente. A fin di bene, Anneliese. Anziché tranquillizzarti, dirti che eri una creatura ingenua ed innocente, che nulla avevi da farsi perdonare dal buon Dio, fecero sì che ti sentissi colpevole non solo dei suoi peccati (quali i peccati dell’innocentissima Anneliese?), ma anche di quelli delle persone che ti circondavano, dei peccati del mondo intero. E cominciasti a punirti, Anneliese, per i tuoi peccati inesistenti, per i peccati degli altri, per i peccati del mondo intero. Cominciasti a dormire su un pavimento di pietra, tu che eri malata e sofferente, e bisognosa di dormire in un comodo letto, a privarti del cibo, tu che avevi bisogno di essere ben nutrita. Gli attacchi d’epilessia ripresero a tormentarti, e fu necessario ricoverarti in ospedale dove fosti sottoposta ad una cura di tranquillanti e ad alimentazione forzata. Povera Anneliese, a che servivano le cure dei medici? Ci voleva l’esorcista. Questo il pensiero dei tuoi amorevoli genitori. Si rivolsero al vescovo Josef Stangl, il quale ti affidò a due esperti di cose demoniache, due conoscitori dell’inferno, due che i diavoli li conoscevano uno per uno per nome: gli esorcisti Ernst Alt e Arnold Renz. Questi due preti, cara povera Anneliese, fecero ciò che ancora oggi fa don Gabriele Amort, nascostamente perché teme l’intervento della legge. Ti fecero tenere ben ferma da uomini robusti, recitarono le loro formulette, ti irrorarono ben bene d’acqua santa, bruciarono un bel po’ d’incenso, e dichiararono che sì, tu Annaeliese, innocente ingenua Anneliese eri posseduta da ben sette diavoli, tra cui Lucifero, Giuda, Legione e Belial. Questi diavoli sguazzavano, si crogiolavano, sollazzavano, secondo quelle menti illuminate, nel tuo corpo martoriato, e sai col permesso di chi? Di Dio, ovviamente! Una sorta di associazione per delinquere divino satanica. E per scacciarli, tutti quegli esseri immondi, le menti illuminate continuarono a tormentarti, povera Anneliese, e la malattia pure continuò a tormentarti, e tu stessa pure continuasti a tormentarti fino a che la morte non venne a liberarti. I tuoi genitori, Anneliese, e le due menti illuminate, furono condannati a sei mesi di reclusione per omicidio colposo. Io, Anneliese, avrei condannato a pene ben più severe il vescovo, il Papa, e la Chiesa che ancora oggi ordina torturatori di povere creature innocenti come te, Anneliese.

Renato Pierri

P.S. Il film The Exorcism of Emily Rose (2005), di Scott Derrickson, è ispirato al libro di Goodman The Exorcism of Anneliese Michel. Anche il film tedesco Requiem racconta la storia di Anneliese Michel.

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