Insomma, Gesù, davvero parlasti sulla croce?

Venerdì Santo, giorno della passione e della crocifissione di Gesù Cristo. Prima fu flagellato e poi crocifisso. La flagellazione era un supplizio tremendo che alle volte provocava la morte del condannato. Gesù, quindi, quando fu inchiodato sulla croce era già in gravissime condizioni fisiche. La sua agonia, infatti, durò tre ore. Sulla croce si soffriva indicibilmente: i chiodi lesionavano i nervi, e su questi Gesù era costretto a far leva per avere un po’ di respiro, giacché il peso del corpo appeso ai chiodi nei polsi impediva la respirazione. E’ probabile che Gesù avesse fortissimo mal di testa e attacchi febbrili e nausea. Caro Gesù, come facesti in quelle terribili condizioni, a pronunciare per di più ad alta voce come riferisce Luca, tutte le parole che ti sono state attribuite? E se davvero le pronunciasti, considerata la loro importanza, giacché le ultime prima di morire, perché gli evangelisti non le hanno riportate con estrema fedeltà? Luca riporta prima le tue parole rivolte al Padre: “Perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (23,34). Poi le parole che avresti rivolto al ladrone: “In verità ti dico: oggi, sarai con me in Paradiso” (23, 43). Poi le ultime parole (a gran voce, riferisce l’evangelista) ancora rivolte al Padre: “Nelle tue mani raccomando il mio spirito” (23, 46). Marco e Matteo ignorano tutte queste tue parole; riferiscono che entrambi i ladroni ti insultavano, e dicono solo che tu esclamasti, sempre a gran voce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34; Mt 27,46). Tutti e tre, Marco, Matteo e Luca ignorano le parole importantissime che Giovanni ti attribuisce. Avresti detto alla tua mamma addolorata: “Donna, ecco tuo figlio”, e al discepolo che amavi: “Ecco tua madre”. Poi: “Ho sete”. E infine: “Tutto è compiuto”. Insomma, Gesù, davvero parlasti sulla croce? E se parlasti, pronunciasti davvero tutte le parole riferite dagli evangelisti? E se non tutte, quali?

Renato Pierri

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