Il Teatrino di Pulcinella al Gianicolo

“E’ una testimonianza superstite di una forma di spettacolo collegato alla storia della commedia dell’arte”, così è stato definito il Teatrino di Pulcinella al Gianicolo dal Ministero dei beni e delle attività culturali. In questo riconoscimento ufficiale è contenuta anche la risposta a chi sosteneva che il piccolo teatro, che è ormai un tutt’uno con il famoso parco che lo ospita sin dal 1959, potesse turbare la quiete e la sacralità del luogo, dalla cui sommità si può ammirare la bellezza della città eterna.
Il mestiere del burattinaio non è un mestiere semplice. Richiede sapienza, gestualità, recitazione, inventiva e la capacità di saper coniugare abilità e competenze. Solo se si possiedono questi requisiti si potrà garantire il prodotto finale ossia lo spettacolo.
Il casotto dei burattini o castello, come viene definito, è lì dunque da oltre mezzo secolo, da quando il suo ideatore, Carlo Piantadosi, decise di raccontare la storia della famosa maschera napoletana, Pulcinella, contribuendo a promuovere, da quel momento in poi, la conoscenza della commedia dell’arte nella città di Roma.
Il suo costume moderno, inventato nell’Ottocento da Antonio Petito, consiste in una camicia, larga e lunga, chiusa in vita da una cinta e in un paio di calzoni bianchi. Il suo cappello floscio è fatto a pan di zucchero, mentre la mascherina, che cela gli occhi, è di colore nero come le scarpe. Lui Pulcinella, ideato dall’attore napoletano Silvio Fiorillo, ama ballare, cantare, saltare, soprattutto dormire e mangiare la pasta al pomodoro senza forchetta. Non ama lavorare ed è molto furbo ma è anche molto buono, generoso e sempre allegro.
Per chi ha avuto la fortuna di assistervi, indimenticabili sono le rappresentazioni che il burattinaio del Gianicolo diede della famosa maschera napoletana. Nella parte superiore del casotto, nel piccolo boccascena, Pulcinella era spesso inseguito con un bastone dai carabinieri e addirittura dal diavolo per i suoi scherzi e per le sue malefatte. Insieme a lui si animavano i burattini di Arlecchino e Colombina e l’attenzione dei bambini era tale che per l’intera durata dello spettacolo stavano tutti con il naso all’insù.
Oggi il Sig. Piantadosi non c’è più ma il Teatrino di Pulcinella è ancora lì aperto il sabato e la domenica e sulla sua facciata resiste, alle intemperie, l’avvertenza “Non tirate sassi. Questo spettacolo sopravvive per le generose offerte del pubblico (Non fatelo morire) Grazie”.
Dall’altra parte della piazza una giostra gira e fa divertire i bambini mentre, di lato, alcuni pony aspettano anche loro i piccoli clienti per portarli in groppa per un giro intorno al parco. Anche il Teatrino dei burattini aspetta, per il fine settimana, i giovani avventori, accompagnati dai genitori, per raccontare loro nuove storie sulla maschera di Pulcinella, dal passo leggero e danzante, sotto gli sguardi austeri degli eroi del Risorgimento rimessi a nuovo per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia i quali, impettiti, sono lì a vigilare quel luogo considerato una sorta di memoriale del Risorgimento italiano.

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