Il sacerdote don Mario Foradini, di Torino, scrive in una lettera su La Stampa del 16 aprile: “Se Dio non c’è, noi possiamo stabilire ciò che è bene o ciò che è male. L’io, il mio io, diventa Dio e stabilisce per me ciò che è bene e ciò che è male! L’altro giorno, un giovane cinese, studente al Politecnico, mi chiedeva: ma come può una ragazza uccidere suo figlio ed essere felice? Come fa una persona ad essere felice se non sa più che cosa è il bene e che cosa è il male? Forse è urgente che chiediamo ad Aristotele come si fa ad essere felici nella vita, se non siamo cristiani. E se lo siamo, S. Agostino dice: «Nessuno è felice come Dio, nessuno fa felice come Dio». Gentile ingenuo sacerdote, se Dio esiste ha dato a tutti la possibilità di distinguere il bene dal male, a prescindere dalla credenza nella sua esistenza. La felicità non dipende dalla fede in Dio. Moltissima gente, infatti, è felice pur non credendo in Dio, e moltissima gente è infelice pur credendo in Dio. Detto ciò, al vescovo d’Ippona, che non le azzeccava sempre tutte, io chiederei: “Come fa Dio ad essere felice dopo aver creato tanti infelici?”.
Veronica Tussi