Perché Stefania Rossini non legge bene il Vangelo?

Sul blog de L’Espresso, Stefania Rossini mi attribuisce un concetto da me mai espresso. Nella mia lettera che lei pubblica sotto il titolo: “Opposti estremismi per un opuscolo”, scrivevo: “Il Signore non si sognò mai di fare distinzioni tra uomini e donne, tra eterosessuali e omosessuali. La Chiesa non riconosce alle donne gli stessi diritti che riconosce agli uomini, non riconosce agli omosessuali gli stessi diritti che riconosce agli eterosessuali. La preoccupazione di Gesù era l'amore, ed è questo e solo questo che forma la vera famiglia (cfr Mt 12, 49 – 50). Non è così per una Chiesa maschilista e omofobica (cfr Catechismo n. 2357 – 2358). Ed ecco il suo commento: “Non è corretto da parte di Pierri attribuire a Gesù una qualche forma di compiacenza verso le famiglie omosessuali in nome dell’amore, dato che semplicemente ignorò il problema”. Se la dottoressa Rossini si fosse presa la briga di leggere il passo del Vangelo da me citato, a proposito del quale Angelo Lancellotti osserva: “Secondo il Signore i legami naturali passano in seconda linea rispetto alla vera parentela che si forma tra coloro che fanno la volontà del Padre (cf. Angelo Lancellotti, Nuovissima Versione della Bibbia, ed. Paoline), avrebbe compreso il significato del mio discorso che è correttissimo. Non ho assolutamente parlato di compiacenza di Gesù verso la famiglie omosessuali. Ho affermato che, stando al Vangelo, la vera famiglia è là dove c’è amore. Cristo qui e ora non farebbe mai le discriminazioni che fa la Chiesa.

Renato Pierri

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