I miracoli nei vangeli e i presunti miracoli attribuiti a Dio, alla Madonna o ai santi

L’amico sacerdote Mauro Leonardi, sul suo blog “Come Gesù”, commenta così il vangelo di domenica 6 aprile: «Quando sa di un miracolo, il credente si sente interpellato sulla bontà della propria preghiera: perché a loro sì e a me no? In questo vangelo nessuno prega, in senso classico. Nessuno. Né Marta né Maria chiedono esplicitamente a Gesù di risuscitare Lazzaro. C’è solo Amore: “Colui che ami è malato”; e si aggiunge che Gesù amava Marta, Maria e Lazzaro e che la gente quando vede il Signore commuoversi esclama: “Guarda come l’amava!”. Questo Vangelo traboccante d’amore, ci insegna il valore della preghiera». La mia domanda è un po’ diversa: “Perché Gesù si è preoccupato di Lazzaro e non si preoccupa di tanti bambini che soffrono e muoiono anzi tempo? Non ama i bambini come amava Lazzaro?”. Detto questo, mi pare che il fine più importante di questo episodio, sia un altro: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, affinché, per mezzo di essa, sia glorificato il Figlio di Dio”. Colgo l’occasione, però, per rilevare la differenza tra i miracoli narrati dagli evangelisti e i presunti miracoli che gli uomini attribuiscono a Dio, alla Madonna e ai santi. I miracoli di Gesù erano concreti e constatabili nel tempo: ad esempio, nel miracolo della moltiplicazione dei pani, la folla non poteva essersi illusa di aver mangiato; infatti, secondo quanto riferiscono gli evangelisti, avanzarono sette ceste piene di pezzi di pane. Lazzaro torna in vita dopo quattro giorni dalla sua morte, e tutti possono constatarlo. L’evidenza innegabile riguardava anche i miracoli di guarigione. Talmente evidenti che neppure i Farisei avevano la possibilità di negarli: «Mentre essi se ne andavano, ecco che gli fu presentato un muto posseduto dal demonio. Scacciato il demonio, il muto riacquistò la favella. Le folle, stupite, dicevano: “Non s’è mai visto nulla di simile in Israele”. Ma i Farisei dicevano: “Per mezzo del principe dei demoni egli scaccia i demoni!”». Altra sostanziale differenza è che a compiere miracoli e ad attribuirseli c’era una persona in carne e ossa. Infine: con quei segni Gesù doveva rivelare che era il Messia aspettato.
Carmelo Dini

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