Mancuso vuole dare una spiegazione a tutto

“Unde malum? La risposta illusoria di Vito Mancuso”; “La parabola di Luca e le teorie di Vito Mancuso”; “L’angelo, il Signore, e il «Principio passione» di Mancuso”. Questi miei tre brevi articoli sul libro di Mancuso «Il principio passione», da più di un mese ormai sono usciti su Affaritaliani e da qui sono passati su diversi siti internet. Aspettavo un cenno di risposta da parte del teologo, che però non è arrivata. Un paio d’anni fa il teologo si mostrò più generoso. L’11 febbraio 2012 gli scrivevo: “A pagina 220 del suo libro «L'anima e il suo destino», lei scrive: «Una volta i miei figli mi hanno chiesto come sono ora il nonno Marko e il nonno Paolo visto che sono andati in Paradiso… Ho detto che le anime dei nonni sono come delle luminose note musicali… coscienti e felici di sé, che sono se stesse in quanto in totale comunione con le altre». Le chiedo: “Queste anime coscienti e felici di sé, hanno coscienza del dolore immenso di tante creature innocenti sulla terra, del passato, del presente, e del futuro? Hanno coscienza del male immenso che affligge l'umanità? Queste luminose note odono la musica della sofferenza terrena? Assistendo ai patimenti di una persona cara lasciata sulla terra, tormentata da una tremenda malattia o da un perfido suo simile, soffrono anch'esse, oppure la “visione” di Dio fa perdere memoria e sentimenti?”.

Rispose così: “… Quale tipo di relazione tutto ciò comporta con il mondo del divenire e quindi anche della sofferenza? La medesima di quella di Dio. Se Dio, nella sua beatitudine, soffre nella carne dei sofferenti (non: “assistendo” ai loro patimenti), lo stesso faranno i beati; se Dio non soffre, neppure vi sarà sofferenza per i beati. Personalmente propendo per la prima ipotesi, che Dio soffra (perché il suo essere è intrecciato con il farsi del mondo) e che quindi lo facciano anche i beati, di quella sofferenza particolare però che non ha nulla a che fare con la disperazione ma più con la passione, il pathos, il lavoro creativo. La grande musica del resto (come ogni altra grande creazione spirituale) nasce dall'intreccio di gioia e di sofferenza”.

Insomma, le note musicali non erano più pienamente felici! Ma è interessante il fatto che un paio d’anni fa il teologo “propendeva”, non aveva ancora ben deciso. Poi, nel recente libro «Il principio passione», ha stabilito con assoluta certezza che “Dio soffra”. E questo perché vuole dare una spiegazione a tutto, anche all’esistenza del male nel mondo.

Renato Pierri

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