L’accordo attualmente in vigore risale al 1984 e non tutela più adeguatamente i diritti di lavoratori e pensionati. Previsti importanti miglioramenti nel testo del nuovo accordo in discussione
Tra gli impegni internazionali dimenticati dall’Italia c’è quello preso tanti anni fa con le comunità italiane residenti in Argentina e quelle argentine residenti in Italia: il rinnovo del vecchio accordo bilaterale di sicurezza sociale. Per questo motivo ho presentato una interrogazione per chiedere i motivi dell’interruzione dei negoziati e per sollecitarne la ripresa e la ratifica del nuovo accordo. Un rinnovo che introdurrebbe miglioramenti e innovazioni formali e sostanziali beneficiando così decine di migliaia i lavoratori e pensionati. L’accordo attualmente in vigore risale al 1984. Si tratta di un accordo oramai evidentemente obsoleto nello spirito, nei contenuti e nella forma che non può più tutelare adeguatamente diritti e interessi o doveri degli attuali e soprattutto dei futuri pensionati italiani e argentini perché non è stato adeguato alle evoluzioni e agli aggiornamenti, talvolta radicali, delle legislazioni e dei sistemi previdenziali dei due Paesi contraenti. Purtroppo sono più di dieci anni che lo Stato italiano ha sospeso i negoziati con i Paesi di emigrazione italiana per la stipula e il rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale. L’accordo con l’Argentina attualmente in vigore – evidenzio nella mia interrogazione – non prevede, e quindi disciplina, nel suo campo di applicazione oggettivo il nuovo sistema contributivo introdotto in Italia (il calcolo della pensione teorica e del relativo pro-rata sono regolamentati esplicitamente con il metodo retributivo) ma soprattutto, in un periodo caratterizzato dalla ripresa di fenomeni migratori anche di nuovi soggetti professionali, non contempla nel proprio campo di applicazione soggettivo la copertura per i liberi professionisti e i dipendenti pubblici italiani, i quali quando si spostano dall’Italia in Argentina, o viceversa, sono esclusi da ogni forma di tutela previdenziale convenzionale (una intollerabile disparità di trattamento con i dipendenti privati che è stata invece da tempo colmata dai regolamenti comunitari di sicurezza sociale). Le trattative per il rinnovo dell’accordo italo-argentino di sicurezza sociale durano oramai da molti anni con alterne vicende anche per la mancanza di volontà politica dei Governi che si sono succeduti, preoccupati più che altro di “risparmiare” riducendo la presenza , gli interventi e la politica dello Stato italiano a favore del mondo dell’emigrazione.
Il nuovo accordo introdurrebbe importanti e positive modifiche e integrazioni a favore di lavoratori e pensionati, come ad esempio: l’estensione del campo di applicazione ai dipendenti pubblici e ai liberi professionisti, attualmente esclusi dall’accordo; il ricorso all'autocertificazione per tutta una serie di documenti di cui si potranno avvalere anche gli italiani i quali hanno acquisito la cittadinanza argentina; la previsione formale della possibilità di esercitare nuovamente la facoltà di opzione tra pensione autonoma argentina e pro-rata italiano; una norma che prevede la possibilità per i lavoratori italiani i quali si impieghino in Argentina presso imprese o datori di lavoro che versano i contributi sociali in Italia, di versare e vedersi accreditati i contributi nell’assicurazione obbligatoria italiana, in modo tale da costituirsi una posizione assicurativa italiana che possa garantire loro importanti diritti previdenziali; la copertura relativa all’indennità di disoccupazione, prestazione attualmente esclusa dall’accordo; l’applicabilità dell’accordo anche ai regimi di previdenza integrativa a capitalizzazione individuale sia per quanto riguarda l’Italia che l’Argentina.
Ho chiesto quindi al Governo e ai Ministeri competenti se, nel rispetto delle esigenze di controllo della spesa pubblica e degli attuali vincoli di natura finanziaria, quali misure intendono adottare per garantire la revisione dell’accordo in materia di sicurezza sociale con l’Argentina visto che essa non comporterebbe spese aggiuntive onerose in quanto trattasi di rinnovare un accordo già in vigore. Ho infine rimarcato che le previste novità normative convenzionali suesposte beneficerebbero le istituzioni e i soggetti interessati, e consentirebbero allo Stato italiano di esercitare meglio una doverosa tutela delle nuove migrazione ma anche dei diritti socio-previdenziali di una parte non marginale delle nostre comunità in Argentina, costituita da anziani che spesso vivono in realtà dove i sistemi di protezione sociale non assicurano livelli di tutela adeguati.
ITALIA
Camera dei Deputati
Palazzo Marini II
P.zza San Claudio,166-00187 Roma
Tel.: +39.06.6760.5801
Fax: +39.06.6760.5832
E-mail: porta_f@camera.it