L'Oxfam denuncia disuguaglianze da capogiro e crescenti fra i poveri e i ricchi. La colpa nella deregolamentazione finanziaria e nei sistemi fiscali che facilitano l’evasione
Se c’è la gran parte della popolazione mondiale che subisce negativamente gli effetti della crisi in maniera dirompente, c’è una fascia minoritaria di pochi super ricchi che se le gode, tanto che è ormai certificabile che da quando è scoppiata la fase di grave recessione mondiale le disuguaglianze economiche si sono amplificate nella maggior parte dei Paesi del mondo.
A denunciarlo l’ong Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief) che è una confederazione di 17 organizzazioni non governative che lavorano con 3.000 partner in più di 100 paesi per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all'ingiustizia.
Tale dichiarazione arriva a due giorni dall’inizio, a Davos, del Forum economico mondiale.
Più della metà delle ricchezze mondiali risulta così essere in mano all’1% della popolazione. C’è, poi, una minuscola casta di 85 super paperoni che ha accumulato nei propri forzieri un patrimonio equivalente a quello posseduto da tutta la metà più povera della popolazione globale, vale a dire gli averi di circa 3,5 miliardi di persone. In 24 dei 26 Paesi per i quali ci sono dati sul periodo 1980-2012, queste élite di super ricchi hanno aumentato costantemente il loro reddito. Così, il ricchissimo 1% della popolazione della Cina, del Portogallo o degli Stati Uniti ha più che raddoppiato la sua quota del reddito nazionale negli ultimi trent’anni. Persino nei Paesi reputati come più ugualitari, come la Svezia e la Norvegia, la percentuale di reddito finita nelle tasche dell’1% dei più benestanti è aumentata del 50%.
Per l’Oxfam, l’accrescimento di queste sperequazioni è in gran parte dovuto alla deregolamentazione finanziaria, ai sistemi fiscali fallati e alle regole che facilitano l’evasione fiscale.
L’organizzazione denuncia altresì le misure di austerità, le politiche che sfavoriscono la popolazione femminile e la confisca delle rendite del petrolio e delle estrazioni minerarie.
L’ong sottolinea anche un collegamento fra le disuguaglianze economiche estreme e il monopolio del potere politico da parte di una ricca élite, che governa per servire i propri interessi.”Senza un’azione concreta per ridurre queste disuguaglianze i privilegi e gli svantaggi si trasmetteranno di generazione in generazione, come ai tempi dell’Ancien Régime. Vivremo allora in un mondo dove la parità di opportunità non sarà che un miraggio”, denuncia Oxfam.
Il Forum economico mondiale ha identificato le crescenti disparità di reddito come un rischio importante per il progresso umano e quindi, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tocca ai governi adottare misure perequative urgenti per una più corretta redistribuzione della ricchezza. Ci auguriamo che l’Italia possa essere di buon esempio attraverso un rilancio di politiche in tal senso che sono senz’altro utili a rilanciare un’economia tra le più in crisi tra i paesi cosiddetti “sviluppati”.