Il termine welfare state(stato assistenziale)designa un modo di organizzazione dello Stato ed in particolare dell’amministrazione pubblica che ha il fine di garantire a tutti i cittadini livelli minimi di benessere e l’accesso a servizi ritenuti indispensabili quali casa,istruzione e sanità.
Questo modello,applicato per la prima volta nell’Inghilterra postbellica e poi esportato in altri Paesi europei tra cui il nostro, ha purtroppo conosciuto,in seguito alla crisi economica odierna,un profondo ridimensionamento.
Accanto a questo tipo di welfare tradizionale si è affiancato oggi,quando non lo ha sostituito,un nuovo tipo di protezione sociale:quella familiare.
I figli disoccupati,i lavoratori licenziati a causa della recessione economica,i giovani con lavori precari e con bassi redditi ricevono assistenza dai genitori,titolari di contratti di lavoro a tempo indeterminato o dai nonni titolari di pensione.
Una generazione “sdraiata” dalla crisi economica.
Ma come è possibile che queste persone non sono andate ad ingrossare l’esercito dei senzatetto? Grazie a tre salvagenti rappresentati dalla casa dei genitori,dalla pensione dei nonni e dai risparmi accantonati. Ma quante sono queste persone? Oltre due milioni,secondo alcune stime.
Un numero che dovrebbe far riflettere la nostra classe dirigente. Un trend purtroppo in aumento.
Un dramma sociale perché queste persone,se le prospettive economiche non cambiano, sono destinate a rimanere nella casa dei genitori. “Sdraiati” dalla crisi,o per usare un termine pugilistico,“messi al tappeto”.
Il fenomeno non è solo endemico italiano perchè ha interessato anche gli Stati Uniti. Un nuovo welfare state che spiega l’assenza di forti tensioni sociali.
Per fortuna una nota positiva in un periodo buio.