I rimborsi dei 730 non si devono toccare

Riteniamo inderogabile abrogare i commi dal 396 al 399 dell’art. 1 delle Legge di Stabilità 2014. Si tratta di quattro commi destinati a creare disagi e difficoltà alle famiglie italiane di pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati. Le disposizioni recate dai commi citati, prevedono infatti l'allungamento del termine di rimborso delle somme spettanti ai contribuenti che ne hanno fatto richiesta con il modello 730, qualora le stesse siano superiori a Euro 4.000,00.

Con un evidente scollamento, mentre l’Agenzia delle Entrate in data 14.11.2013 ha comunicato che sono in arrivo “75 milioni di Euro di rimborsi fiscali sotto l’albero di Natale per gli oltre 96 mila contribuenti che, non avendo più un datore di lavoro e vantando un credito fiscale, hanno usufruito dell’opportunità offerta dal Decreto del Fare di presentare il modello 730 Situazioni particolari”, il Parlamento si appresta ad approvare una legge che afferma il contrario e che, come diremo in seguito, presenta alcuni profili di incostituzionalità che il Giudice delle Leggi, se chiamato a decidere, non mancherebbe di rilevare. Per l'albero di Natale, già gravato di tasse e tributi, questi commi potrebbero costituire il peso che ne schianta i rami.

Vediamo in dettaglio di cosa si tratta. Il comma 396 prevede che al fine di contrastare l’erogazione di indebiti rimborsi di imposte dirette a favore di tutte le persone fisiche che hanno presentato il modello 730, l’Agenzia delle Entrate, entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la trasmissione della dichiarazione (30 giugno), effettua controlli preventivi, anche documentali, sulla spettanza delle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborsi superiori ad Euro 4.000,00. Il controllo è previsto anche qualora l’importo di Euro 4.000,00 fosse costituito da crediti d’imposta derivanti da dichiarazioni dei redditi di anni precedenti.

Questa previsione normativa è affetta da tre chiari profili di incostituzionalità. L'art. 3 della Costituzione, infatti, stabilisce che tutti i cittadini sono uguali di fronte alle legge senza distinzione di condizioni personali e sociali.

La prima (ingiustificabile) distinzione è personale e nasce con il voler creare due categorie di persone, frapponendo fra loro la non meglio spiegata soglia di Euro 4.000,00. In tal modo, chi vanta un credito fino a Euro 4.000,00 può ottenere il rimborso entro il mese di luglio dell'anno di presentazione del modello 730; chi invece è più fortunato e vanta un credito di euro 4.001,00 vede dilatarsi senza certezze sul tempo del rimborso.

La seconda, altrettanto ingiustificabile, è di carattere sociale. Infatti, mentre chi presenta il modello Unico ha tempi di rimborso lunghi ma disciplinati dalla legge (art. 42 bis e 44 D.P.R. 602/73) chi presenta il modello 730 ed ha un credito superiore a Euro 4.000,00 dovrà attendere sine die, il rimborso, in quanto i commi in questione non fissano limiti temporali per l'esecuzione.

Tornando al comma 396, si nota quindi come le previsioni in esso contenute porteranno ad un ritardo nell’erogazione dei rimborsi spettanti ai cittadini, i quali non si vedranno più accreditare nel mese di luglio (dipendenti) e agosto (pensionati) il credito vantato nei confronti del fisco, ma dovranno attendere il controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate che, come previsto dal comma 397 erogherà il rimborso senza dover rispettare alcun termine.

Fermo restando che la legge non specifica cosa si debba intendere per controllo documentale sui carichi di famiglia, i sei mesi necessari per il controllo fanno presumere (e soltanto presumere) che il rimborso spettante sarà erogato “forse” entro Gennaio dell'anno successivo, cioè sei mesi dal 30 giugno se la trasmissione avverrà in assenza di proroghe.

La mancata previsione di un termine (e siamo al terzo profilo di incostituzionalità), riguarda proprio l'indeterminatezza del tempo. A tale proposito, ricordiamo che la Corte Costituzionale, con la Sentenza 280/2005 ha dichiarato l'incostituzionalità dell'art. 25 del DPR 602/73 (successivamente modificato) esprimendosi sulla indefettibile necessità di fissazione di tempi certi nei riguardi del cittadino.

Infine, il comma 399 prevede che la disposizione normativa entrerà in vigore già con riferimento alla dichiarazioni presentate nell’anno 2014 e quindi riguardanti il periodo d’imposta 2013.

L'assetto normativo di cui chiediamo la non approvazione, oltre a creare disagi ingiustificati ai contribuenti (dipendenti e pensionati) che non potranno più contare su una veloce monetizzazione del loro credito, grazie a questo tipo di dichiarazione dei redditi, scardina alle fondamenta il principio chiave dell'esistenza del modello 730, cioè la rapidità di restituzione delle somme agli aventi diritto.

Una categoria, quest'ultima, che è cresciuta sempre più grazie alle detrazioni fiscali relative a spese di ristrutturazioni edilizie, risparmi energetici, interessi passivi per mutui acquisto prima casa, spese sanitarie etc. e che, esclusivamente a causa dell'entità del credito vantato, non potrà ricevere nei termini attualmente previsti, l’erogazione del rimborso su cui confidava, magari per sostenere altre spese.

Incentivare e far ripartire l’economia, vuol dire anche erogare celermente i rimborsi ai cittadini, rispettando i tempi previsti e fissandoli in modo perentorio, senza inventare stratagemmi per allungarli.

E' utile, infine, rilevare che l’Agenzia delle Entrate effettua già, ai sensi degli articoli 36 bis e ter del DPR 600/73, i controlli per detrazioni su carichi di famiglia e non si avvertiva l'esigenza delle ultime disposizioni dilatatorie e discriminatorie. Un discrimine costituito fra chi prima incassa e poi subisce l'eventuale controllo (crediti fino a Euro 3.999,00) e chi prima subisce il controllo e poi incassa (crediti superiori a Euro 4.000,00). Una disparità di trattamento che non trova alcuna ragione giuridica. A meno che non si pensi che allungare i tempi di erogazione del rimborso ai cittadini sia un modo per mantenere la liquidità per più tempo possibile nelle casse dell’Erario.

Si, è proprio un bel regalo di Natale!!

FONDAZIONE COMMERCIALISTITALIANI

Michele Cinini

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