Santa Gemma Galgani: “Signore mio Gesù, quando le mie labbra si avvicineranno alle tue per baciarti, fammi sentire il tuo fiele…mi disse anche che per premio, perché avevo combattuto assai, baciassi le sue piaghe. Ma per quel poco che avevo passato io, non lo meritavo un premio sì grande. Mi si fece vedere Gesù tutto piaghe, mi fece avvicinare a sé, gliele baciai tutte ; quando fui a quella del costato mi parve di non poter resistere. Come ero contenta!”. (Lettera a monsignor Volpi, settembre 1900). Santa Teresa d’Avila: “Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi sulla sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore tanto da penetrare dentro di me. Il dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio.” (Autobiografia, XXIX, 13). Gemma dopo il “non potere resistere”, è contenta. Teresa dopo l’estrazione della lancia, resta con un grande amore per Dio. Qualcosa di analogo al senso di benessere che insorge al termine di un rapporto sessuale. Se una persona religiosa sposata avesse questo tipo di rapporto col sacro, incorrerebbe nel peccato dell’adulterio. Se nubile, e non sposa di Cristo (non consacrata a Cristo), incorrerebbe nel peccato della fornicazione.
Renato Pierri