Su La Stampa del 21 settembre, l’intervista rilasciata da Augias riguardo al suo nuovo libro “Inchiesta su Maria”, è intitolata “L’enigma di Maria e il silenzio dei Vangeli”. E il sottotitolo: “Nelle Scritture dice tre frasi in tutto, ma per duemila anni religiosi e storici si sono affannati a ricostruire la sua figura”. In realtà, sulla madre di Gesù, dopo l’Annunciazione e il Magnificat, non ci fu soltanto silenzio, ma addirittura una sorta d’indifferenza, persino da parte del figlio. Per rendersene conto, basta uno sguardo rapido ai Vangeli. A Cana, quando Maria fa notare al figlio che i commensali non hanno più vino, lui risponde: «Che vuoi da me, o donna?» (Gv 2,4). Letteralmente: “«Che cosa a me e a te, o donna?». Quando gli apostoli dicono al Maestro: «Ecco: tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e chiedono di parlarti» (Mt 12, 48). Lui, con una strana mancanza di delicatezza verso la madre, risponde: « Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?… Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi mi è fratello, sorella e madre» (Mt 12, 49 – 50). Gesù insegna agli apostoli a pregare il Padre che è nei cieli, ma non la Madre che sarebbe stata nei cieli…. Parole gentili verso la madre (stando ai Vangeli, ovviamente), Gesù le pronuncia solo sulla croce: «Donna, ecco tuo figlio!». E al discepolo che amava: «Ecco tua madre!» (Gv 19, 26 – 27). Gli altri evangelisti, però, riferiscono altre parole di Gesù in croce. Il che fa sorgere dei dubbi sull’autenticità delle parole di Gesù crocifisso, per di più che non si comprende come facesse a pronunciarle, anzi, a gridarle a gran voce (Lc 23,46) in quelle condizioni tremende e dopo il supplizio atroce della flagellazione.
Renato Pierri
