La memoria storica per Italiani all’epoca, prima e dopo, l’8 Settembre 1943!!!

Non e’ uno scherzo od una banalita’, ma potrebbe accadere un’altro 8 Settembre nel 2013, paradossalmente identico a quel periodo catastrofico, consumatosi nel mezzo di una sconvolgente II Guerra Mondiale nel lontano 8 Settembre 1943, che imperverso’ e coinvolsero direttamente i popoli dell’ intero Continente Europeo.
Nel rievocare seppure per un’istante torna la memoria da quel turbolento periodo bellico, il riapparire dello scenario che proietto’ le immagini di una Guerra che volgeva l’imminente fase della capitolazione del Regno d’Italia e prima che succedesse tale onta ed amara sconfitta militare ed altre inevitabili maggiori sventure che si sarebbero potute scatenare, se si fosse combattuto ad oltranza.
E che purtroppo cio’ nonostante l’umiliazione subita dal Re ed Imperatore Vittorio Emanuele III di Savoia, obbligato a firmare la resa incondizionata, un sacrificio encomiabile purche’ si scongiurasse la cessazione delle ostilita’ anche se limitata nell’ ambito dei confini nazionali, ma sfortunatamente non si verifico’ quello che si sarebbe voluto evitare altro accumolo di sacrifici a carico del Popolo Italiano.
In questi giorni di settembre si potrebbe verificare quanto accadde 70 anni fa, uno scenario politico e militare esattamente ed inverosibilmente uguale se si dovesse confrontarlo apparentamente vitruale fra i due periodi storici, ovvero quello militare ed in guerra nel settembre 1943, con il contemporaneo periodo politico, aggravatosi a causa della crisi mondiale ed in particolare da non considerare un errore in quanto nell’immaginario e mi auguro tale, che invece riflette come fosse una III Guerra Mondiale, ovviamente senza eserciti, ma altrettato dannosa e pericolosa sul fronte dell’economia ed insidiosa nel settore finanziario, percezione confermata da 2 fattori determinanti:
Il Voto di sfiducia a Benito Mussolini, allora Capo del Governo, generato nell’ambito dei gerarchi del fascismo nell’ultima riunione del Gran Consiglio del 24 – 25 luglio 1943 e le conseguenze successive post-dimissioni di Mussolini e l’inevitabile suo arresto su ordine del Re e Imperatore Vittorio Emanuele III, di Savoia, che lo motivo’ come provvedimento di protezione preventiva, quindi un’operazione delicatissima e soprattutto coperto dal segreto di Stato, in quanto l’Italia in guerra ed ancora agganciata al Patto di Alleanza con la Germania.
Di li’ a qualche mese, l’iniziativa del Regno d’Italia, con le intenzioni di promuovere trattative diplpmatiche-militari ed in gran segreto per proporre un Armistizio Condizionato, ma separato, una particolare trattativa unilaterale fra il Regno d’Italia con le 3 nazioni in Guerra: Regno Unito, Francia e Stati Uniti d’America, con le loro truppe di occupazione sul territorio nazionale italiano.
Tale operazione fu difficile e pericolosa ed in gran segreto in quanto il Regno d’Italia era all’epoca alleata con la Germania ed in guerra contro le truppe d’occupazione delle forze anglo-americane. Alcuni storici, giudicarono negativamente l’Italia per il comportamento sleale dal profilo di tale operazione mlitare e segreta nei confronti dell’allora alleato tedesco, ma il Re ed Imperatore Vittorio Emanuele III di Savoia, non fu ovviamente di quell’avviso, perche’ consapevole di dovere fare cessare i combattimenti su tutti fronti, per salvare innanzitutto l’Italia ed il Popolo Italiano.
Qualsiasi altra speculazione politica o militare contro il Regno d’Italia, per avere agito in gran segreto, l’avvio di tali trattative che furono ampiamente giustificate, perche’ la Germania non si sarebbe mai arresa e si percepi’ chiaramente le intenzioni che le truppe tedesche, al comando del dittatore assoluto Adolpho Hitler, avrebbero combattuto ad oltranza con la risoluzione di dovere chiedere e solo dopo la morte di Hitler la resa incondizionata. Come in effetti si verifico’ per la Germania dopo l’accertato suicidio di tale dittatore tedesco.
I giornalisti delle varie espressioni o tendenze politiche di allora e comunque tutti coloro che sostennero e si dichiararono repubblicani, ovviamente dopo il referendum istituzionale del 2 Giugno 1946, ognuno cerco’ di esibirsi nello scrivere le loro opinioni personali su giornali dell’epoca post-bellica e ne descrissero il Regno d’Italia e tutta la struttura monarchica, poco responsabile, arrendevole ed indulgente con il regime fascista e poco inclino nello rispettare le alleanze militari nei confronti dell’allora Germania.
Ma la ricerca della verita’ ed il perche’ dell’Armistizio che avrebbe dovuto essere Condizionato, a tale spinoso rgionamento, nemmeno gli storici sono stati esaustivi a chiarire gli effetti della tragedia che procuro’ l’8 Settembre 1943 e piaccia o no, non fu il Re ed Imperatore Vittorio Emanuele III di Savoia a provocarla od a generarla. Infatti, non c’e da stupirsi se si dovesse intervistare od interrogare gli studenti in generale ed in particolare gli universitari, che poco conoscono e probabilmente non fu sufficientemente insegnato quindi, disinformati della Storia d’Italia, quanto detto si verifico’ dal periodo post-bellico fino al 2000.
In quel determinato periodo storico, furono tolte dalla ciecolazione molte pagine della nostra memoria e non inferiore a 500 pagine di Storia Italiana, ma quella vera e tentarono d’insabbiarla.Gli effetti furono tali che sottrassero inevitabilmente alla monarchia la parte migliore di alcuni valori e dello spirito puro della patria e del patriottismo che rappresento’ l’epopea del Risorgimento e le realta’ vissute nel periodo dell’Unita’ d’Italia con la sua politica militare e l’unita’ della nazione va attribuita totalmente al Regno di Sardegna ed alla successiva fondazione del Regno d’Italia.
Ed e’ stata positiva la buona rispolverata storica di quella che fu il Risorgimento e il Regno d’Italia, manifestatasi nel 2011 in concomitanza le Celebrazioni del 150mo Anniversario dell’ Unita’ d’Italia,tant’e che lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, pubblicamente rese omaggio al Re Vittorio Emanuele II di Savoia, Padre della Patria al Pantheon ove sono stati sepolti, i sovrani del Regno d’Italia in Roma.
Detto quanto sopra, Re Imperatore Vittorio Emanuele III di Savoia, all’epoca fu consapevole ed agi’ da vero monarca del Regno d’Italia, che nell’imminente e possible resa militare pose in primo piano la salvezza dell’Italia e del Popolo Italiano. Con tale atto anche se umiliante, ma nello stesso tempo rese possiibile la continuita’ dello Stato e contemporaneamente salvo’ il patrimomio monumentale, basiliche, chiese, palazzo, museali, architettonici e storici, beni di inestimabile valore culturale, oltre ad importanti siti archeologici sul territorio nazionale che tutto il mondo da sempre ci invidia.
Purtroppo non si realizzarono tutte le buone intenzioni del Re che comunque si accollo’ tutta la responsabilita’, perche’ al momento della firma del 3 Settembre 1943 di quello che avrebbe dovuto essere la cessazione dei combattimenti su tutti i fronti del teatro di guerra di quell’epoca, imaspettatamente la proposta dell’Armistizio Condzionato venne respinta dalle truppe alleate, quindi pretesero che si firmasse la Resa Incondizionata. Altrimenti…, la guerra sarebbe continuata a danno dell’Italia con altri sacrifici estremi, per il Popolo Italiano ed a subire altre distruzioni catastrofiche che avrebbero dovuto sopportare i militarl ed i civili italiani.
A quella determinata circostanza, che cosa avrebbe dovuto fare il Re per il bene dell’Italia? Continuare la guerra, aumentando i morti e feriti fra militari e civili nell’ambito della societa’ civile italiana? Oppure accettare la Resa Incondizionata nella speranza che tutto si risolvesse nel modo migliore a tale sconfitta militare? Il Re non ebbe dubbi, per il bene dell’ Italia accetto’ l’onta della sconfitta e penso’che la guerra, si sarebbe conclusa rapidamente.
Tutto quello che avvenne dopo l’8 Settembre non e’ attribuibile alcuna responsabilita’ ne al Re Imperatore, Vittorio Emanuele III di Savoia e neppure al Regno d’Italia, perche’ dopo tale firma, la gestione della resa incondizionata passo’ alle truppe angloamericane. Soltanto dopo un anno di diffidenza riscontrata dalle truppe anglo-americane e solo dopo il riconoscimento del Regno d’Italia da parte della Russia Sovietica, ottenne lo Status di nazione belligerante. Il Regio Esercito nei primi mesi del 1944, inizio’ le operazioni di guerra per contrastare le forze dell’esercito tedesco, che invasero l’Italia dopo l’8 Settembre 1943. Sfortunatamente la guerra continuo’ sul territorio nazionale, che poi si concluse per l’Italia il 25 aprile del 1945.
Dopo questa doverosa precisazione storica relativa a settanta anni fa, la storia si ripresenta pressoche’ con lo stesso scenario e venti di guerra e la tentazione di ripetere gli stessi errori, come gli attori e protagonisti della II Guerra Mondiale, ricollocandosi inverosobilmente nelle esatte circostanze di quel tempo che fu.
Per queste ragioni coloro Capi di Stato, che detengono lo scettro del comando e si suppone legittimamente, in quanto potenze mondiali, hanno la facolta’ di intervenire con guerre preventive o punitive, senza attendere le risoluzioni votate dall’O.N.U., comunque nel nome della Liberta’ e della Democrazia? Su tale argomento, non tutti condivisero tali principi, anche se concordi ad agire contro le nazioni colpevoli del reato per crimini contro l’umanita’, ma evitando altre guerre, che provocano inevitabilmente devastazioni ai territori e mietono altri morti e feriti nell’ambito militare e della societa’ civile.
Tutte le nazioni responsabili che amano la pace ed intendano mantenerla, dovrebbero impegnarsi nell’adottare strategie per promuovere azioni diplomatiche e politiche. Dalla recentissima Conferenza delle 20 grandi nazioni industrialmente piu’ sviluppate, tenutasi nella Citta’di S.Pietroburgo in Russia, vi e’ stata la manifesta intenzione a non procedere ad un’ intervento armato contro la Siria, ma ad attivarsi in azioni diplomatiche e politiche.
Tale iniziative sostenute da molti dei membri dell’U.E., dall’ ONU e dall’oceanica iniziativa di pace promossa dal Papa Frencesco. Gli Stati Uniti e la Francia, resosi virtualmente disponibile alla linea politica indicata dagli USA, storicamente promototrici di Liberta’ e Democrazia, con l’auspicio che anche questa volta assumino il nobile ruolo di paladini e difensori della pace.
Ora gli italiani, ma in particolare la politica ed i leaders politici dovrebbero ricorrere alla memoria ed alla storia di quella tragica II Guerra Mondiale che inperverso’ in lungo ed in largo su tutto il territorio del Continente Europeo. Ed allo stesso tempo una doverosa riflessione sul tema politico italiano di questi giorni di settembre e premesso che non vi e’ alcuna intenzione di discutere sentenze o condanne a carico di coloro che compiono reati penali o civili e che soprattutto si possa dimostrare la colpevolezza.
Ma le sentenze di I, II e III grado, per vari motivi concludersi con determinati e complicati iter giudiziari con impeccabili interpretazioni concettuali di colpevolenzza purche’, non siano viziati, da preconcetti percepiti e platealmente vendicativi nei confronti degli imputati. Il processo del secolo a carico di un’imputato, delineato con un determinato iter giudiziario, per quanto impeccabile, potrebbe non essere emersa tutta la verita’ o essere stata condizionata da motivazioni e circostanze che non permetterebbero ad individuare tutta la verita’.
Ma non e’ questo il vero problema che intendo porre sul tappeto dell’inverosimile situazione di un Senatore e leader di un partito politico italiano, coumunque molto noto in Italia per la sua affermazione nel mondo della politica, dell’industria, della comunicazione e dello sport. Ma in questa particolare circostanza, l’accusato, subi’ la condanna secondo il criterio della Giustizia Italiana, ma costui e mi riferisco al presunto colpevole, che per la Corte di Cassazione gia’ giudicato e condannato, e’ l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Senatore della Repubblica, Silvio Berlusconi, che piu’ volte ed in piu’ occasioni ha ripetutamente e platealmente dichiarato di essere innocente.
Quindi, l’innocenza di una persona anche se tale, non prevale sull’Istituzione della Magistratura Italiana, ma con il massimo rispetto di detta Istituzione, vi e’ la percezione che vi sia stata applicata la costante ed interrotta strategia dell’accanimento giudiziario sviluppatasi nell’arco di circa vent’anni. Se si fosse trattato di un processo penale ad un’imputato con sentenza di III grado, infliggendo una condanna all’ergastolo, tale ipotizzabile processo creerebbe i presupposti di revisione del processo, ma nel caso specifico una condanna per evasione fiscale, non credo sia possibile ottenere l’eventuale revisione.
A questo punto, e’ il caso d’entrare negli archivi giudiziari di coloro che in passato furono oggetto di simili reati e contenziosi fiscali, ebbene si e’ veramente sicuri che l’evasore di turno e’ stato condannato per quel determinato reato? Oppure non si e voluto risolvere il problema del contenzioso punibile con un’ammenda o sanzione amministrativa, quindi sanabile con una determinata somma in denaro da versare all’erario? Ma l’avere incanalato tale processo per evasione fiscale si puo’ supporre come primario obiettivo, ma per colpire moralmente per cose di tutt’altra natura. Infatti, vi e’ la percezione palpabile che si e’ voluto accentuare la condanna del contenzioso fiscale all’indirizzo della persona imputata , per colpirlo politicamente?
Tant’e’ che il processo nell’arco dei tre gradi di giudizio ha il sapore amaro d’essere espres- samente politico, con la sentenza esecutiva che potrebbe non essere applicata, perche’ la persona e’ un politico, membro di diritto perche’ eletto regolarmente nell’ambito dell’ Istituzione del Parlamento Italiano ed e’ leader di un partito coalizzato con un’altro partito e supportato da circa 10.000.000 di voti ottenuti nell’ultime elezioni del 24-25 febbraio 2013.
Si potrebbe supporre che tale sentenza, potrebbe essere sospesa senza alcun effetto giudiziario per un periodo indeterminato, ma positiva per il mondo politico, ovviamente se al Senato della Repubblica e prima ancora dalla Giunta per le Elezioni del Senato si esprimesse per un no, alla decadenza della carica di Senatore. Ci sono anche anomalie relativa la nuova legge Severini, approvata nel 2012 dal Governo Monti, che tale legge potrebbe risultare inapplicabile su processi celebrati prima che la legge fosse entrata in vigore. A chi gioverebbe il principio che le sentenze non si discutono, essere rispettate ed applicate come sostenuto a spada tratta dal Segretario Generale del Partito Democratico? Nel caso specifico, non ci sono dubbi, quindi al PD.
Ma se emergono incongruenze e logiche di pensiero che potrebbero essere valutati come giudizi e sentenze incostituzionali? Credo sia saggio approfondire l’argomento per evitare di correre gravi rischi dal risvolto politico in quanto gli italiani avvertono l’evolversi di gravi tensioni sociali in Italia. .
Dal tragico 8 Settembre del 1943 percepisco, che dopo 70 anni, il prossimo 9 settembre 2013 si dovrebbero risolvere tanti problemi, ma e’ giusto riflettere con calma, ma soprattutto i responsabili della politica italiana, dovrebbero valutare meglio questo periodo storico. Innanzitutto, l’Italia in questo momento d’incertezza con ipotizzabili venti di guerra, infatti anche il Papa Francesco a Roma, ha ribadito: Bsta con la Guerra e la violenza, perche’ Guerra chiama Guerra e Violenza chiama Violenza. La guerra chiunque la fa, conosce la data dell’inizio, ma nessuno ha la bacchetta magica come e quando concluderla, anche questi motivi inducono, affinche’ non debba cadere il Governo delle larghe intese, che piaccia o no al PD cosi la stessa cosa, anche per il PDL.
Come e’ altrettanto da considerare che il PD non puo’ pretendere di proseguire come eliminare moralmente e politicamente il leader del PDL, perche’ se c’e un pericolo per la nazione non vi sono soltanto per i due partiti di maggioranza, ma per il Governo ed il Parlamento Italiano e per i cittadini italiani, indire nuove elezioni e’ da veri irresponsabili. Anzi, il Governo dovrebbe essere rinforzato ed appoggiato da tutto il Parlamento e non solo, risolvere il problema della ripresa economica, ma le autorita’, i militari e le forze dell’ordine dovranno vigilare i confini della nazione nostra, contenere l’evolversi di una possibile immigrazione incontrollabile e poi a dovranno gestirla con la massina attenzione e solidarieta’.
Ora e’ il momento di evitare ogni polemica o contrasto di carattere politico, si gestisca meglio la crisi economica e finanziaria per contenere la disoccupazione ed altri problemi che sono ancora in attesa di trovare possibili soluzioni. Quindi, il periodo e drammatico e ci si augura che la condotta politica del PD in un periodo emergenziale e soprattutto se convinta per il Bene dell’Italia, dovra’ evitare la crisi di governo, proponendo un nobile compromesso onde evitare il decadimento dalla carica a Senatore della Repubblica, relativa a Silvio Berlusconi.
E molto meglio un presunto condannato in meno ed una persona in piu’ al Parlamento, che ha la forza politica e l’interesse che si eviti l’ennesima crisi di governo. La politica del giustizialismo non paga. Credo sia meglio una sentenza non applicabile, che entrare nel buio o nel caos, qualora si dovesse affrontare il periodo di possibili tensioni per ragioni politiche ed economiche e soprattutto evitandole con maggiore determinazione.
Boston 7 settembre 2013
On. Michele Frattallone, presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc.

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