CHIUSURA SEDI CONSOLARI — CARUSO (SC) AL MAE: COMMISSIONE AD HOC PER ORGANIZZARE RAZIONALIZZAZIONE

Roma – “Per rendere l’attuazione delle eventuali soppressioni più agevole e organizzata, sia per il personale, che per gli utenti, suggerisco l’istituzione di una commissione ad hoc che abbia il compito di analizzare tutte le realtà coinvolte e, per fare ci ò, avvalersi della competenza dei diciotto parlamentari eletti all���estero”. Questa la proposta avanzata da Mario Caruso, deputato eletto all’Estero, in merito all’imminente chiusura di alcune sedi consolari nel mondo e contenuta in una missiva indirizzata alla Dott.ssa Marta Dassù, Vice Ministro degli Affari Esteri, con delega sulla riorganizzazione degli uffici all’estero e revisione della gestione delle risorse umane e finanziarie.

Per Caruso, si legge nella lettera, “si potrebbero considerare dei veri e propri tecnici, da coinvolgere come membri attivi della suddetta commissione, degli esperti sulle specifiche situazioni delle singole sedi, mettendo a disposizione una conoscenza dettagliata, anzi, capillare dei territori rappresentati”. In un altro passaggio della nota il deputato eletto in Europa constata che “di fronte ad un momento storico di forte crisi e austerità, per garantire il mantenimento di un servizio, e mi riferisco alla rappresentanza italiana all’estero, ad un livello dignitoso, l’eliminazione dello spreco è la prima cosa”. L’onorevole Mario Caruso chiede “come si potrà sperare di ricoprire territori molto vasti, nei quali risiedono emigrati di prima o seconda generazione. Parliamo di persone anziane, con difficoltà a spostarsi, soprattutto in distanze importanti. Un esempio su tutti è l’Australia, dove la chiusura di Adelaide e Brisbane convoglierà tutta l’attivit à di rappresentanza a Melburne e Sydney”.

“Oltre alla questione della soppressione delle suddette sedi, c’è il gravoso problema consequenziale della riorganizzazione del personale operativo all’interno di queste ” scrive Caruso in un altro passaggio della missiva alla Dassù, sottolineando inoltre che “le modalità e la tempistica della comunicazione delle soppressioni in questione non sono avvenute con l’adeguata modalità. Non è chiaro perché si sia verificata in così tanta rapidità e così a ridosso della prima tranche di chiusure (novembre 2013)”.

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