Ce ne andremo soddisfatti dall’Afghanistan?

Il ministro della difesa Mario Mauro, aprendo la sua informativa sull’attentato in Afghanistan, in una Camera semideserta, ha detto: “Provo un’amarezza profonda, a fronte della gravità di quanto accaduto, nel vedere questa Aula vuota. Credo che sia a un fatto come questo che siamo chiamati a guardare se vogliamo comprendere il nostro compito e il senso della nostra missione”. Peccato che non abbia espresso la stessa profonda amarezza nell’annunciare che la missione italiana in Afghanistan si concluderà come stabilito nel 2014. Forse non ha pensato che potranno esserci altri attentati, altri eroi ai quali tributare funerali di Stato, altre vedove da consolare, altri orfani, altre famiglie in lutto. Ma è il numero delle bare (questa è la cinquantatreesima) che farà finire la missione italiana nel 2014, oppure il permesso degli americani? E la “nostra missione” avrà raggiunto il suo obiettivo? Ce ne andremo soddisfatti per avere lasciato un Paese libero e democratico? Oppure le bare non saranno servite a nulla?
Renato Pierri

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