Nessuno ricorda che Franca Rame, da senatrice, si è occupata a tempo pieno delle vittime dell'uranio impoverito. Cosa non ha fatto. Riceveva centinaia di telefonate, ha raccolto fondi, ha distribuito denari a quante, vittime di un mondo idiota, non riusciva ad accettare di morire a causa dell'uranio. Mi disse un giorno: « Sai, qui in Senato nessuno ti ascolta, tu parli parli e nessuno sente ciò che dici, pensa che un giorno ho fatto un esperimento che poi è divenuta una prova di quello che dico. Incontro nel salone Italia del Senato, due colleghi (i nomi vengono omessi), mi fermo con loro a chiacchierare- come va?- mi chiedono ed io – malissimo, hanno ucciso mio fratello, c'è stato un massacro in famiglia ed alcuni bambini sono stati sgozzati nel bel mezzo della strada dove abito – e loro – bene bene, è esplosa una bomba seminando panico e morti – bene bene- continuavano a dirmi e così ho continuato per un po'. Se le cose stanno così cosa vogliamo aspettarci per il futuro? Mi disse.» Franca Rame di lì a poco si sarebbe dimessa da senatrice. Ma dispiace non aver sentito questo ultimo impegno politico nel sociale a favore di quanti muoiono di tumore per aver fatto il proprio dovere avvelenati dall'uranio. L'uranio impoverito era divenuto il suo assillo ed i contatti con le vittime frequenti. Noi che l'abbiamo conosciuta e l'abbiamo amata per la sua affabilità ed il suo interesse per la vita, perdiamo una grande amica che non rinascerà mai più e questo è un dato di fatto. I suoi colleghi senatori non si son fatti sentire, nessuno di questi ha ritenuto di fare accenno ad una cosa tanto importante eppure è stata una delle senatrici più attive nel suo impegno politico.