Papa Francesco riguardo ai ricchi e ai poveri avrebbe potuto dire di più, molto di più

Papa Francesco nel discorso ai nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ha detto molto ai ricchi, ai finanzieri e ai politici: “L’etica – un’etica non ideologica naturalmente – permette, a mio parere, di creare un equilibrio e un ordine sociale più umani. In questo senso, incoraggio gli esperti di finanza e i governanti dei vostri Paesi a considerare le parole di san Giovanni Crisostomo: «Non condividere con i poveri i propri beni è derubarli e togliere loro la vita. Non sono i nostri beni che noi possediamo, ma i loro» (Omelia su Lazzaro, 1, 6 : PG 48, 992D)“. Ma avrebbe potuto dire di più, molto di più. Ha citato Crisostomo, ma non ha citato Cristo: “Ma guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione”, oppure: “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli… “, oppure ancora: “Non vi affannate ad accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano…”. Ma troppi sono i passi del Vangelo che avrebbe potuto citare. Dello stesso Crisostomo, avrebbe potuto citare passi come il seguente: “E se il Signore ti ha concesso di possedere più degli altri, non è stato certo perché tu ne spendessi in amanti e in gozzoviglie, in banchetti e in indumenti lussuosi, o in qualunque altra forma di sperpero. È stato perché tu ne distribuissi tra coloro che ne hanno bisogno“. Avrebbe potuto dire, basandosi sulla stessa parabola di cui parla Crisostomo, che la ricchezza è una colpa sino a che esistono i poveri, gli affamati, gli assetati, i bisognosi. E’ la sola esistenza di Lazzaro (i poveri), che rende colpevole l’Epulone (i ricchi). Certo, qualcuno potrebbe obiettare, non alla persona di papa Francesco, ovviamente, ma alla Chiesa che possiede immense ricchezze: “Da che pulpito viene la predica?”. Ai poveri la Chiesa fa l'elemosina; molti ricchi ai poveri fanno l'elemosina. I primi cristiani, però, essendo ancora freschi della lezione da poco impartita dal Signore, avevano un altro concetto: “La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore ed un'anima sola. Non v'era nessuno che ritenesse cosa propria alcunché di ciò che possedeva, ma tutto era fra loro comune…Non c'era infatti tra loro alcun bisognoso” (Atti degli Apostoli, 4, 32 . 34). Papa Francesco ha dimenticato anche questo passo del Nuovo Testamento.

Renato Pierri

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