Tutti noi spesso decidiamo di rinviare un’attività. Ma se questo atteggiamento nei confronti delle quotidiane incombenze diventa un modo di vivere, sappiate che ciò può recarvi un danno.
Si contrappone a questa tendenza quella di chi mette in pratica il proverbio che afferma ”mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi” , se questo è possibile.
Ma perché si preferisce rinviare? Rimandare le cose è spesso non scelta consapevole, ma istinto irrazionale.
Invece di comprenderne la causa cerchiamo giustificazioni al rinvio. Nel nostro Paese l’arte del rinviare è costume nazionale. Viviamo nella cultura dell’emergenza e il più delle volte nell’emergenza stessa sappiamo dare il nostro meglio.
Ma quali sono le scadenze che tendiamo a differire? Al primo posto quelle di lavoro,per chi oggi fortunato lo ha.
Rinviamo poi l’andare in palestra,il curarci,il pagare,il fare una gita,con il pretesto che ci sarà poi tempo.
Tendiamo anche a rinviare gli incontri con gli amici, tanto non mancherà l’occasione di farlo; anche nei rapporti di coppia cerchiamo di rinviare di chiudere una relazione piuttosto che iniziarla.
Alcuni studiosi del fenomeno del rinvio affermano che questa “tattica” ha origini genetiche.
Alla base del “fare dopo” vi è il conflitto tra la parte del cervello legata all’istinto e quella legata invece alla capacità decisionale.
Anche l’evoluzione ci ha portato a programmare le cose e di conseguenza a rinviarle.
Questa tendenza aumenta perché si incrementano le occasioni per rinviare.
Sono state persino elaborate equazioni per spiegare matematicamente il differire.
Ma occorre mettere un freno a questo istinto che ha costi economici e psicologici.
E allora meglio agire subito perché il timore di eseguire un compito consuma più energie della sua esecuzione.