CI RIPROVIAMO

Lo avevamo, già da qualche anno, chiamato UPSIM ( Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo). Una sigla che poteva rappresentare molto per i milioni di Connazionali all’estero. Invece, nonostante i ripetuti nostri solleciti, è rimasto un termine, tra i tanti, senza concreta collazione. Privo, almeno, di termini di raffronto. Il “flop” non lo addossiamo né ai precedenti Esecutivi, né ai politici di sempre. Semmai, la “colpa” è nostra che non siamo riusciti a sensibilizzare gli italiani oltre frontiera. Non c’è stata neppure una parvenza di connessione tattica con gli Onorevoli recentemente eletti nella Circoscrizione Estero. Preferiamo non approfondire la nostra sensazione di palese disinteresse; ma, invece, vorremmo tentare di capire il perché di tanto silenzio. Ora, con l’inizio della XVII Legislatura, L’UPSIM riuscirebbe essere utile a tutti e potrebbe, se non altro, ridare “vigore”ai Com.It.Es. con la messa in “pensione” del CGIE. C’eravamo mossi, a suo tempo, con convinzione e con l’intenzione d’essere propositivi. La speranza è durata poco. Pochissimo. Tutto è rimasto com’è sempre stato; in una posizione scomoda nei confronti della rappresentatività degli italiani nel mondo. Ora che Parlamento e Governo dovrebbero lavorare, non ci resta che sollecitare il varo della legge di riforma del nostro sistema elettorale per ridare corpo ad una proposta che poteva essere concretizzata assai prima. L’obiettivo è quello di formalizzare una struttura capace di valutare, quantitativamente, l’incidenza che ogni provvedimento legislativo avrà nei confronti della nostra Comunità oltre frontiera. C’eravamo espressi, se pure a grandi linee, per un organismo capace di sentire il “polso” degli italiani nel mondo, anche tramite un confronto con la realtà vissuta nei Paesi ospiti. Ora, intendiamo riprovarci. Insomma, torniamo a consigliare una struttura, originale anche nel suo organigramma, in grado di garantire “parità” tra diritti e doveri; indipendentemente dalla residenza sul suolo della Repubblica. Per il passato, addirittura, si era varato un Ministero per gli Italiani nel Mondo. Lo ricordiamo solo in ossequio alla gran figura politica del defunto On. Tremaglia. L’unico Ministro per gli italiani nel mondo. L’UPSIM potrebbe significare molto, proprio perché indipendente dal MAE. Ora non sappiamo ( e chi lo saprebbe?) se nei progetti di riforma istituzionale ci sarà effettivamente una compagine capace di rappresentare gli Italiani all’estero. Se è tecnicamente prevedibile, chiediamo, senza tanti giri di parole, che alla sua realizzazione contribuiscano direttamente anche gli interessati. Vale a dire i nostri Emigrati. Quindi, prima di mescolare le carte della politica, nella proposta di riforma della legge elettorale s’inseriscano anche, a chiare lettere, le premesse per un sistema con lo spirito dell’UPSIM. Gli italiani nel mondo, ora più che per il passato, sono pienamente in grado di fare delle loro autonome scelte. Se le “regole” mutassero, si tenga conto del ruolo in Patria di chi s’è trovato nella necessità di reperire altrove un lavoro ed un futuro. Meglio, di conseguenza, evitare un dialogo tra sordi. L’Italia politica, pur con tutta la negligenza possibile, è andata ben oltre i suoi confini geografici. Meglio che il nuovo Governo ne tenga conto. La crisi potrebbe essere favorita dalle demotivazioni dei milioni d’elettori oltre frontiera.

Giorgio Brignola

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