Qualche corbelleria di Paolo Villaggio intervistato dalla figlia Elisabetta

Tante cose intelligenti ha detto Paolo Villaggio intervistato dalla figlia Elisabetta (La Notizia Giornale.it del 13 aprile), e qualche corbelleria riguardante l’attuale Pontefice e la religione cristiana. Si nasce in un paese cristiano, si cresce in un paese cristiano, si studia in un paese cristiano e ad ottant’anni non si conosce bene la religione cristiana.

Villaggio dice: “C’è la vicenda del Papa che a tanti piace molto anche se si è spogliato della regalità. Dovrebbe essere il rappresentante di Dio in terra ma si è umanizzato, non ha le scarpe rosse, dice buonasera, è divertente e convince, ma non fa che diventare un Papa molto terreno, una specie di parroco, e i giornali e le tv non fanno che esaltarne questo aspetto, una normalità che non è degna della divinità. Finora il Papa non ha fatto nulla ma si è comportato in maniera molto terrena”. E’ evidente che Paolo Villaggio ignora il senso cristiano del termine “regalità”, che è propria del Cristo e non consiste assolutamente nel portare scettro e corona. Ignora che così facendo il Papa guadagna in regalità, poiché si avvicina di più al Cristo. “Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re per il sommo grado di eccellenza, che ha in modo sovraeminente fra tutte le cose create. In tal modo, infatti, si dice che Egli regna nelle menti degli uomini non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché Egli è Verità ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da Lui la verità; similmente nelle volontà degli uomini, sia perché in Lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perché con le sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto Re dei cuori per quella sua carità che sorpassa ogni comprensione umana… e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità: nessuno infatti degli uomini fu mai tanto amato e mai lo sarà in avvenire quanto Gesù Cristo” . Queste parole dell’enciclica Quas primas di Pio XI, rendono bene il concetto di regalità. Paolo Villaggio dice ancora: “Il problema di fondo è che manca l’idea della divinità. Esaltare il fatto che non è più vestito da monarca ma abbraccia la gente per strada… “. Villaggio ha dimenticato il Cristo, ha dimenticato Francesco che non era vestito da monarca e abbracciava i lebbrosi per strada. Infine: “Questo Papa non dà nessuna garanzia sull’evoluzione della fede… Non credo che riuscirà a risolvere problemi come l’unicità del creatore, bisognerebbe fare una specie di conclave con tutti i rappresentanti delle religioni e stabilire che un Dio non può avere la barba bianca e l’aspetto fisico così umano”. E quale grande religione crede in un dio con la barba bianca e l’aspetto fisico umano?

Renato Pierri

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