Carlo Giovanardi, Gabriele Paolini, e la segreta voluttà  della notorietà 

Carlo Giovanardi, il cattolico, mi fa pensare a Gabriele Paolini quel signore dall’espressione molto intelligente, noto per le sue apparizioni nel corso dei collegamenti in diretta di programmi televisivi. Giovanardi, il cattolico, ha la stessa faccia molto intelligente e come Paolini, forse proprio perché ha quella faccia, non perde occasione d’apparire affinché tutti possano ammirarla. Segreta voluttà della notorietà. La differenza tra i due è che Paolini non parla, mentre Giovanardi parla e, pur di apparire, se la prende persino con i morti e con i familiari in vita. Per fortuna Giovanardi è un buon cattolico e sicuramente è in buona fede, altrimenti si potrebbe pensare, ma lo escludo, che fa volontariamente dello sciacallaggio verbale. Nel novembre del 2009 attaccò il defunto Stefano Cucchi e la sua famiglia, affermando: “Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo”. Adesso se la prende col defunto Federico Aldrovandi e con la sua famiglia. Intervistato in diretta radio da La Zanzara, se n’è uscito con queste felici parole: “Aldrovandi non è stato massacrato, ma avete letto la sentenza?”. In realtà la sentenza è lui a non averla letta “dal momento che nella sentenza di primo grado il giudice Caruso faceva notare che ognuna delle 54 lesioni disseminate sul corpo di Federico meriterebbe un processo penale” (Il Fatto Quotidiano 31 marzo 2013). Ma non è la prima volta che Giovanardi, il cattolico, inveisce contro il defunto Federico, giacché nel luglio del 2007, nel corso di una trasmissione televisiva, lo definì “eroinomane”, presenti i genitori. A me da piccolo insegnarono una preghiera in latino: “Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen”. La conoscerà il cattolico?

Renato Pierri

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