Gesù è sulla Croce, ce lo abbiamo messo ieri, dove dimenticanza sta a minore responsabilità,
ma ce lo abbiamo messo, con il legno e con i chiodi, con corresponsabilità e complicità, ce lo abbiamo messo un'altra volta.
Nuovamente è festa di oggi, dentro un passato che non vuole fare passi indietro, neppure intende rimanere fermo,
spinge e urta sul presente, su quella Croce che non fa sconti alle tante pagine voltate in fretta,
pagine ingiallite da un tempo fintamente allentato tra stanchezze e ritirate.
Gesù e quel ladrone, Gesù e quel dolore, Gesù e quella solitudine imposta,
Gesù che non consente ulteriori rese all'abbandono,
Gesù e la paura di quell'urlo, incolpevole almeno quanto l'indifferenza sparsa all'intorno.
E' festa un'altra volta, una dietro l'altra, sopra, sotto, di lato e di rimbalzo,
è festa che non ruba alle parole i significati, i suoni, le speranze,
Vangelo che non cade malamente dall'alto, non cala a piombo,
non inciampa nell'accidente,
righe di sudore, grammatica dalle tossine espulse,
nuova punteggiatura di fatica per una accoglienza che accompagna
e diventa corpo solidaristico di fortezza e Croce fin dentro il cuore.
Buona vita anche a te mio caro Gesù.