Discorsi seri e ossessioni degli uomini della Chiesa

Il cardinale Angelo Scola ha presenziato alla tradizionale Festa delle Genti, che ogni anno viene celebrata nel giorno dell'Epifania, alla presenza di migliaia di fedeli cattolici di tutte le etnie e provenienze. Davanti alle folte rappresentanze di asiatici filippini, africani, sudamericani, il cardinale ha detto che “il destino delle seconde e terze generazioni di immigrati qui in Italia è quello di radicarsi, di incarnarsi nella nostra società. Restate dunque fedeli alle vostre comunità e tradizioni, ma anche fate tutto quel che serve per entrare nelle nostre comunità”. Si è soffermato a lungo sulle potenzialità dei “vostri figli che sono nati qui a Milano, che parlano la nostra lingua e studiano nelle nostre scuole” e ha spiegato che queste seconde generazioni – ancora prive del diritto legale di cittadinanza in base al luogo di nascita – “sono la nuova Milano, la nuova Europa: voi vi unite al cammino della comunità lombarda e noi sappiamo benissimo quanto bisogno abbiamo di voi e del vostro lavoro, della vostra capacità di alleviare le nostre fatiche. Voi portate aria fresca in questo Duomo che è la cattedrale di tutti i cittadini milanesi, della comunità di cui voi fate parte”. ( La Repubblica, 6 gennaio). Discorsi seri, insomma. E poi? Poi una delle ossessioni della Chiesa: la difesa della famiglia tradizionale “formata da uomo e donna, uniti da un vincolo fedele nel tempo”. Ossessione che è una riprovevole discriminazione verso le famiglie omogenitoriali e verso i bambini che crescono in queste famiglie.

Benedetto XVI nel suo discorso al corpo diplomatico: “«Se nell'attuale crisi economica si combatte lo “spread” finanziario, bisogna combattere anche quello “del benessere sociale”, e porre freno alle “crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri”…. Rivolgendosi ai 179 ambasciatori accreditati in Vaticano, il Papa ha voluto sottolineare oggi come “l'educazione sia un'altra via privilegiata per la costruzione della pace”…. Il Pontefice si è poi soffermato sulla crisi in Siria. “Rinnovo il mio appello affinché le armi siano deposte e quanto prima prevalga un dialogo costruttivo per porre fine a un conflitto che, se perdura, non vedrà vincitori, ma solo sconfitti, lasciando dietro di sé soltanto una distesa di rovine”, ha detto. Nei paesi del Nord Africa “è prioritaria la collaborazione di tutte le componenti della società e a ciascuna deve essere garantita piena cittadinanza, la libertà di professare pubblicamente la propria religione e la possibilità di contribuire al bene comune” (La Repubblica 7 gennaio). Discorsi seri, insomma. E poi? Poi un’altra delle ossessioni della Chiesa: “L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale. Costato con tristezza – ha aggiunto il papa – che, in diversi paesi, anche di tradizione cristiana, si è lavorato per introdurre o ampliare legislazioni che depenalizzano o liberalizzano l'aborto”. Il Papa, cristianamente vorrebbe penalizzare l’aborto. Il Papa andrebbe in solluchero se nel nostro Paese si tornasse ai tempi delle mammane, prezzemolo e cucchiai d’oro.

Renato Pierri

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