Latte materno. Molte mamme non lo producono più

Latte materno. Molte mamme non lo producono più. Subito un’indagineepidemiologica del Ministero della Salute e dell’ISS

È giusto premettere, prima di affrontare quanto segnalato allo“Sportello dei Diritti”, che non si è a conoscenza di dati ufficiali,ma proprio per tali motivi stante la delicatezza del tema è opportunoche qualcuno cominci ad indagare. E questo “qualcuno” sono leistituzioni, in particolare quelle deputate alla tutela della salutedei cittadini. Non sono solo voci di corridoio negli ospedali, tra i pediatri, masono le mamme, tante mamme a segnalare ciò che sino a qualche anno faera un caso abbastanza raro: quello della mancata o della scarsaproduzione di latte materno. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda l'allattamentomaterno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino,mantenendo il latte materno come alimento principale fino al primoanno di vita pur introducendo gradualmente cibi complementari.Suggerisce inoltre di proseguire l'allattamento fino ai due anni eoltre, se il bambino si dimostra interessato e la mamma lo desidera.Mentre l’Unicef da anni raccomanda ai governi nazionali il dovere diinformare le donne sui benefici dell'allattamento al seno. Non si tratta, qui, di censurare le campagne informativesull’allattamento al seno perché si è raggiunto, anche nel nostroPaese, un adeguato livello d’informazione circa l’importanza del lattematerno per le sue irriproducibili capacità nutritive, idratanti,antibatteriche, antivirali, antibiotiche che ha determinatoun’accresciuta consapevolezza tra le puerpere e i loro familiari. Fatto sta che sono numerose, le donne, che hanno segnalato quello chepotrebbe essere considerato un preoccupante fenomeno. Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a talproposito evidenza che al momento non si conoscono i numeri, ma inalcuni reparti di ostetricia e ginecologia e pediatria, un notevolenumero di neomamme ha accusato il problema che le ha costrette allacosiddetta “aggiunta” o alla sostituzione completa con il latteartificiale. Allo stesso modo, non se ne comprendo le cause che potrebbero essereattribuite a fattori ambientali o alimentari. Per tali ragioni, pur non volendo destare alcun allarme in assenza dinumeri e dati certi, lo “Sportello dei Diritti” si rivolge alMinistero della Sanità e all’Istituto Superiore di Sanità affinchéavviino comunque un’indagine epidemiologica per verificare se quantolamentato è un fenomeno reale e su larga scala e per appurarne lecause.

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