Siamo ancora nella prima Repubblica

Di Melo Cicala Presidente di “INSIEME per gli italiani”

I nostri connazionali, gli elettori, restano il mezzo per ottenere un posto in Parlamento e non il fine. Andate a casa e smettetela, non vi rendete conto che siete fuori tempo, che rappresentate il peggior passato politico del paese?

Le 34 domande ai nostri avversari politici:

Si dice che l’Italia debba entrare nella terza Repubblica. La verità è che ci troviamo ancora irrimediabilmente nella prima, vecchia, decrepita, ladrona, Repubblica con tutti i mali e le sindromi irrisolte delle storture di un tempo. Cambiare Repubblica dandole una numerazione progressiva, vorrebbe significare una evoluzione riformatrice del sistema democratico nel tempo. Ogni scatto in avanti dovrebbe essere un rinnovamento della condizione precedente. I francesi, per esempio, sono ormai nella sesta Repubblica avanzando significativamente nei miglioramenti e nelle decisioni politiche al passo con le necessità di una globale visione del mondo. In Italia, è mascherata la magagna in quanto si riesce abbastanza bene a nascondere lo stato di fatto per chi non mastica di politica. All’estero poi la situazione è addirittura di stampo medioevale se andiamo a sentire i fine dicitori dai palchi addobbati di garofani. Quei quattro “gatti” di eletti all’estero e di quegli altri quattro che cercano di essere eletti o rieletti, lo dimostrano bene. Hanno imparato la lezione impartita dai partiti, da tutti i partiti e si comportano come gli hanno insegnato. La vecchia politica che lamentiamo condividendo in sostanza le denunce di Beppe Grillo, ha convertito il detto del Machiavelli “Il fine giustifica i mezzi” posponendo i termini “fine” e “mezzo”. In realtà ci troviamo a constatare che è il mezzo a giustificare il fine. In politica il mezzo è l’elettore. Quel tale pensionato, quella tale casalinga che con la scheda nelle mani accompagna il nonno e la nonna al seggio elettorale. Il fine è arrivare in Parlamento a fare i porci comodi personali. Se non è questa la prima Repubblica, allora è sicuramente qualcosa che è ancora più vecchia e decrepita. Lo scandalo delle Regioni è sotto gli occhi di tutti. Assessori e funzionari pubblici che hanno messo le mani in milioni di euro per comprarsi ville e Suv, case e ostriche invece del pane con i soldi dei contribuenti. Al confronto le cosiddette “Mani Pulite” dell’allora Pubblico Ministero Antonio Di Pietro sembrano solo delle creste sulla spesa. La seconda Repubblica, sarebbe seconda perché ad un certo punto irrompe nella politica italiana una personalità come quella del cavaliere e basta. Ma poi, allo stato dei fatti, nulla è cambiato ed il sistema è rimasto tale e quale a quello adottato da 50 anni di democrazia cristiana con la differenza che i comandanti del tempo erano bravi a tirare la corda senza farla stuccare. Oggi il sistema è assai più temerario e spregiudicato. Si tende la corda e, sapendo che si stuccherà, si tira sempre di più mostrandosi pronti ad affrontare le proprie responsabilità al cospetto delle legge a corda rotta. Si è disposti cioè, a pagare quel che la Giustizia italiana ridotta anch’essa allo sfascio, riesce a malapena a sentenziare. All’estero, i nostri politicanti si presentano come si presentavano un tempo i vari matusalemme politici. Chi si presenta nella Circoscrizione Estero è una specie di vate che sembra di conoscere la chiave per aprire tutte le porte e per parlare di politica. Recita un copione oggi stantio, ammuffito finanche nella terminologia usata, nel manierismo della presentazione formale, nel contenuto ripetitivo di quello che racconta alla gente. All’estero, questa aria di rinnovamento radicale della politica e dei politici, disturba, infastidisce perché propone forma e sostanza nuova per la quale si riconosce una certa inadeguatezza. Noi di “INSIEME per gli italiani” movimento libero ed indipendente veramente ed incontrovertibilmente stiamo molto attenti a quello che i nostri avversari politici dicono dai palchi e come lo dicono. Parlano di soluzione dei problemi citando sempre quelli ma soprattutto senza dire come, si lamentano dei predecessori, ne promettono la soluzione e pretendono alla fine l’applauso dell’uditorio. Ma più che a certi vecchietti, d’anagrafe ed anche di idee, noi di “INSIEME per gli italiani” assistiamo sbigottiti a manifestazioni di giovani che si allineano perfettamente ai retaggi ed agli esponenti delle prima Repubblica. Alcuni di questi addirittura nel mondo della comunicazione da molti anni eppure si dicono addirittura soddisfatti, qualcuna decisamente eccitata per il diniego deciso e categorico di ogni rinnovamento radicale ed effettivo. Se questa non è il peggio della prima Repubblica distillato nel tempo allora ci dicano cos’è. La nostra presa d’atto, la nostra consapevolezza lucida di ciò che avviene in Italia ed all’estero ci impone il trentaquattresimo quesito ai nostri avversari politici: andassero a casa evitando di inquinare il tentativo già di per sé stesso difficile, di cambiare il modo di fare politica per il bene degli italiani ovunque essi siano residenti.

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