Catturato Di Caterino, l’ultimo dei casalesi

Massimo di Caterino, 40 anni, considerato il nuovo reggente del clan dei Casalesi, è stato catturato dalla polizia in una casa della frazione Sant’Andrea del Pizzone di Francolise, nel Casertano, all’interno della quale era stato realizzato un bunker il cui accesso era dal box doccia. Lì si era nascosto per sfuggire alle forze dell’ordine. Addosso di Caterino aveva una pistola calibro 7,65 e 10mila euro in contanti. Di Caterino era stato raggiunto da un’ordinanza di arresto, che coinvolse anche il padre e il fratello di Michele Zagaria, nell’anno 2010.

Gli inquirenti sono arrivati all’appartamento pedinando la moglie del boss, Marianna Zara. I due, stando alle indagini, erano ospitati da un operaio, Massimiliano Iossa, in manette anche lui per favoreggiamento, locatario dell’immobile di due piani (ora sequestrato dalla polizia). Nella stessa abitazione vivono con l’indagato, 40 anni, incensurato, anche la moglie e i due figli. Quando è arrivata la polizia alle 7 di domenica mattina nella casa bunker c’erano anche il capocamorra e la moglie recatasi a trovarlo. In casa dell’incensurato era stato ricavato un miniappartamento per Massimo di Caterino dove poteva ricevere i familiari o i suoi ospiti. Una camera da letto, un’altra cameretta. All’arrivo della polizia Di Caterino è fuggito nel bunker ricavato accanto alla doccia, sperando di farla franca, ma così non è stato. Come già era accaduto per l’arresto del suo capo Michele Zagaria, arrestato il 7 dicembre dello scorso anno a Casapesennna, gli agenti hanno abbattuto a colpi di piccone la doccia e finalmente dopo due anni e mezzo hanno potuto ammanettare il luogotenente del capo dei capi. Di Caterino si è arreso subito, ha porto i polsi a un poliziotto della Mobile e si è arreso. Poi è stato portato in questura con un’ alfa «civetta» seguita da altre auto della squadra mobile casertana.

Massimo di Caterino, soprannominato «pistuolo», è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso ed è imputato nel processo a carico di affiliati vicini al boss Michele Zagaria, ex primula rossa del clan dei Casalesi, in carcere al 41 bis dal 7 dicembre del 2011. Nell’ordinanza a carico di Massimo Di Caterino, eseguita il 2 aprile del 2010 dai carabinieri, erano inclusi anche i nomi del padre di Michele Zagaraia, Nicola, di 85 anni, e il fratello Carmine assieme a un due imprenditori. Il processo ora in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere vede imputati, infatti, un gruppo di parenti e fiancheggiatori del capoclan accusati di associazione camorristica e, a vario titolo, tentata estorsione e rivelazione di segreto d’ufficio. Dal marzo del 2010 di Caterino si era reso latitante. Le indagini che hanno portato al suo arresto sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe.

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