Biocarburante ottenuto da un batterio e microbi che convertono energiaelettrica in gas metano potrebbero diventare un’importante fonte dienergia rinnovabile.

I ricercatori delle Università di Stanford e della Pennsylvania stannocrescendo in laboratorio colonie di microrganismi, metanogeni, dotatidella straordinaria capacità di trasformare l'energia elettrica inmetano puro, l'ingrediente chiave del gas naturale. L'obiettivo èquello di creare grandi fabbriche microbiche, per trasformarel’energia elettrica, ottenuta dal sole, dal vento o da impiantinucleari, nel combustibile rinnovabile metano e in altri compostichimici preziosi per l'industria. Anche i francesi della società di biotecnologie oggi hanno annunciatodi essere riusciti a produrre bioetanolo di seconda generazione conbatteri, sostenendo un “primo risultato” che semplifica il processo diproduzione normale e consente di ridurre i costi. I gruppi di ricercae sviluppo francesi ha dichiarato il direttore generale, JacquesBiton”sono giunti a isolare e ottimizzare un ceppo di batteridenominati “ Deinococcus batterio “ capace di produrre etanolo dallabiomassa a base di grano a livello industriale. E’ stata ottenuta unasoluzione contenente più del 3% di alcool e quindi del 3% di etanoloche può essere utilizzato al posto della benzina.. Secondo la società,il processo potrebbe raggiungere la produzione commerciale nel 2014.Oltre al fatto che non utilizza materiale commestibile vegetale, ilmetodo sviluppato ha il vantaggio di richiedere un solo passaggio,senza l'aggiunta di enzimi usuali o lievito. Dal continente americano, a conferma della scoperta francese, arrivanole dichiarazioni del Dr Alfred Spormann, professore di ingegneriachimica e di ingegneria civile e ambientale presso la Stanford. “ Lamaggior parte del metano di oggi è derivato dal gas naturale, uncombustibile fossile. “E molte importanti molecole organiche usatenell'industria sono ricavate dal petrolio. Il nostro approccio‘microbico’ eliminerebbe la necessità di utilizzare queste risorsefossili.” “Benchè concettualmente sia semplice, ci sono notevoli ostacoli dasuperare prima che la tecnologia “elettricità in metano” possa esseredistribuita su larga scala”, ha dichiarato Bruce Logan, professore diIngegneria Ambientale alla Penn State University. “Questo perché lascienza di base relativa a come questi organismi convertono elettroniin energia chimica è poco conosciuta.” Bruciare gas naturale accelera il riscaldamento globale, attraversol’anidride carbonica rilasciata, che era rimasta nel sottosuolo permillenni. I ricercatori intendono adottare un approccio ‘verde’ allaproduzione di metano e infatti pensano di realizzare grandibioreattori pieni di metano geni, organismi unicellulari che produconometano. I metanogeni non possono crescere in presenza di ossigeno. Essi,invece, si alimentano regolarmente di biossido di carbonio atmosfericoe di elettroni presi in prestito dal gas idrogeno. Il sottoprodotto diquesta alimentazione microbica è il metano puro, che i metano geniespellono nell'atmosfera. I ricercatori progettano di utilizzare questo metano per alimentareaerei, navi e veicoli. Nello scenario ideale, colture di metanogenisarebbero alimentate attraverso un rifornimento costante di elettronigenerati dalle fonti di energia elettrica senza emissioni, come lecelle solari, le turbine eoliche e i reattori nucleari. I microbiuserebbero questi elettroni puliti per metabolizzare l'anidridecarbonica in metano, che può poi essere stoccato e distribuitoattraverso gli impianti di gas naturale e reti esistenti, quandonecessario. Il metano microbico è molto più ecocompatibile dell’etanolo e di altribiocarburanti, come hanno notato i ricercatori. Il metanolo da mais,per esempio, richiede ettari di terreni agricoli, così comefertilizzanti, pesticidi, irrigazione e fermentazione. I metano genisono molto più efficienti, perché metabolizzano metano nel giro dipochi, rapidi passaggi. Per far diventare commercialmente valida questa nuova tecnologia,devono essere affrontate una serie di sfide fondamentali. Nel 2009, illaboratorio di Logan è stato il primo a dimostrare che un certo tipodi metanogeni, conosciuti come metanobatteri palustri, sono in gradodi convertire una corrente elettrica direttamente in metano. Perl'esperimento, Logan e i suoi colleghi della Penn State Universityhanno costruito una batteria inversa, con gli elettrodi positivo enegativo messi in un contenitore d’acqua, arricchito con sostanzenutritive. “I microbi hanno convertito energia elettrica in metano conun’efficienza dell’80%”, ha detto Logan. Alla Penn State, il laboratorio di Logan sta progettando e testandotecnologie catodiche avanzate, che incoraggeranno la crescita dimetano genesi e massimizzeranno la produzione di metano. Il team dellaPenn State sta anche studiando nuovi materiali per elettrodi, compresoun tessuto a trama di carbonio, che potrebbe eliminare la necessitàdel platino e di altri catalizzatori di metalli preziosi. “Molti di questi materiali sono stati studiati solo in sistemibatterici, ma non in comunità con metanogeni oaltri archibatteri”, haprecisato Logan. “Il nostro obiettivo finale è quello di creare unsistema efficace, che produca, affidabilmente e robustamente, metanoda energia elettrica pulita. Il progetto è finanziato da un contributo triennale da parte delGlobal Climate and Energy Project di Stanford. Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” , alla lucedi tali importanti scoperte, rileva che le politiche energeticheintraprese da questo attuale governo, risultano essere obsolete inquanto la ricerca di fonti alternative può portare a soluzionidefinitive e non impattanti per l’ambiente.

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