Migranti spariti: la disperazione delle madri tunisine.

L’appellodello “Sportello dei Diritti” al governo italiano perché facciachiarezza Mentre si è consumata l’ennesima tragedia del mare di migrantidisperati che dalle coste del nordafrica tentano migliori fortune nelVecchio Continente, passata quasi solo come un titolo di una cronacanera, quasi ordinaria, in Tunisia sono migliaia le madri e le famiglieche stanno cercando di capire che fine abbiano fatto i propri figli apartire dall’esodo dei 30.000 tunisini che è conciso con l’avvio diquella che è conosciuta come “primavera tunisina”. Dall’inizio dello scorso anno sono, infatti, centinaia i giovani chepartiti verso l’Italia con mezzi di fortuna oggi mancano all’appello ele famiglie li cercano da più di un anno senza sapere se sono morti ovivi e magari in uno dei centri d’accoglienza allestiti nel nostroPaese per la cosiddetta “Emergenza Nordafrica”. Alcune stime dicono che sono tra gli 800 e 1000 i giovani tunisini deiquali a tutt’oggi non si hanno notizie e per i quali sarebberoiniziate le ricerche attraverso lo scambio incrociato di dati tra ilgoverno del paese nordafricano e quello italiano senza raggiungere,almeno per quel che è dato sapere, alcun esito positivo. Secondo le fonti del governo di Tunisi sulla base dei contatti con ladiplomazia italiana, i migranti potrebbero essere nei centri, ma senon hanno fornito le loro vere generalità sarebbe impossibile la loroeffettiva identificazione. E pur vero che, ad oggi, risultaincomprensibile come gli stessi non abbiano tentato almeno un contattotelefonico con le famiglie d’origine giacché l’Italia non lo vieta. Se quindi, le speranze che siano ancora vivi si affievoliscono giornodopo giorno, e mentre si attendono le risposte in Tunisia, simoltiplicano le mobilitazioni per scoprire la verità anche se tragica,Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rivolge unappello al governo italiano affinché si faccia carico di accertare contutti i mezzi a disposizione se i cittadini tunisini che risultanoscomparsi siano presenti sul territorio nazionale informandotempestivamente gli omologhi organi tunisini. È evidente, però che è giunta l’ora di evitare che accadano ancoratragedie del mare come quelle che accadono ormai ordinariamente,coinvolgendo l’Unione Europea per garantire un permesso di soggiornodi un anno a tutti quei giovani che altrimenti per disperazione sisposterebbero clandestinamente su carrette del mare dalle coste delnordafrica ed in particolare dalla Tunisia, dalla Libia e dall’Egittosenza sapere se riusciranno a raggiungere l’agognata meta.

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