È stata pubblicata mercoledì 5 settembre la nuova classifica della competitività globale del World Economic Forum per il 2012-13, e due dati saltano all'occhio. Il primo è che i Paesi del Nord Europa stracciano quelli del Sud Europa; il secondo è che l'Italia continua a viaggiare su livelli bassissimi, come ormai da molti anni a questa parte. Vediamo più in dettaglio.
Ai primi cinque posti della classifica si situano nell'ordine Svizzera, Singapore, Finlandia, Svezia e Olanda; seguono Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Hong Kong e Giappone. Il Sud Europa: Spagna alla posizione 36, Italia alla 42, Portogallo al 49 e Grecia al 96. Chi vuole capire perché l'euro potrebbe presto essere spaccato in due è servito.
Italia in 42° posizione: prima di noi ci sono paesi come Portorico, Oman, Cile, Estonia e Cile; subito dopo Turchia, Barbados, Lituania e Azerbaijan. Per essere la decantata settima potenza economica mondiale non c'è che dire, siamo in buona compagnia.
Ma il dato generale non dice tutto. Guardiamo ai problemi evidenziati dall'indagine e indicati come ostacoli al mondo del lavoro: al primo posto ci sono le tasse troppo alte; quindi una burocrazia pubblica inefficiente; poi il difficile accesso ai finanziamenti; seguono le regole troppo restrittive sul lavoro, l'inadeguatezza delle infrastrutture, la corruzione, la scarsa capacità innovativa, la criminalità diffusa e l'instabilità politica.
Ci sono altre voci ma direi di fermarci qui. Dobbiamo ancora chiederci perché nessun investitore estero è più disponibile a portare soldi in Italia e perché per finanziare il debito pubblico all'estero dobbiamo pagare sui titoli di Stato 4-5 punti percentuali (spread) più della Germania?
di Enrico Sassoon http://www.casaleggio.it/
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