Sulla Riviera romagnola giovani sfruttati a 3 euro l’ora

Il commento della Cinti

La vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “Non irrilevante, il fatto che addirittura si sia resa necessaria la creazione di un comitato dal nome eloquente, che evidentemente coinvolge e accomuna nelle difficoltà affrontate un numeroso gruppo di persone, le quali chiedono risposte e legittimamente pretendono che il proprio trattamento venga chiaramente regolamentato, pertanto non lasciato in balìa di chi indiscriminatamente si appropria di inaccettabili margini di manovra che sconfinano facilmente nello sfruttamento ai limiti della schiavitù”

Bologna, 13 agosto 2012- In Riviera, e a quanto si apprende già da qualche anno, è in atto un vero sfruttamento ai danni di tanti giovani e non solo che, pur di guadagnare qualcosa e poter andare avanti in una situazione economica che si prospetta ogni giorno più delicata e inaffrontabile, accettano di ricevere un compenso che si aggira intorno ai 3 euro l' ora per svolgere le tipiche mansioni da bagnino, nel corso di una giornata lavorativa che sfiora tranquillamente le 12 ore. Alcuni esponenti dell' Associazione “Schiavi in Riviera” hanno dichiarato che negli ultimi 4-5 anni la condizione di queste persone è andata peggiorando, senza che nessuno si preoccupi di intervenire al fine di arginare il fenomeno. Stiamo parlando, di fatto, di lavoratori che sotto il sole dei mesi estivi sono costretti a turni che non lasciano respiro e vengono privati persino di un giorno di riposo settimanale.
Luana Cinti, vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna dichiara: ” Ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di sfruttamento in ambito lavorativo che lascia indignati quanti vedono nel lavoro un diritto che ha diretto collegamento col concetto di dignità della persona, e che, inutile dirlo, in questo caso è stato ampiamente leso. Ciò che colpisce, tra le altre cose, è innanzitutto il fatto che stiamo parlando di una situazione che va avanti da più anni, per cui ci si domanda a chi va imputato la mancanza di controlli adeguati e conseguenti tutele perchè il ruolo di bagnino sia riconosciuto pienamente nel suo valore e al pari di qualsiasi altro mestiere. Anche il bagnino, infatti, offre un importante servizio alla collettività, si presta a svolgere attività sempre diverse e con tutti i rischi connessi, contribuendo ad un soggiorno piacevole e sicuro per i bagnanti. Non irrilevante, a tal proposito, il fatto che addirittura si sia resa necessaria la creazione di un comitato dal nome eloquente, che evidentemente coinvolge e accomuna nelle difficoltà affrontate un numeroso gruppo di persone, le quali chiedono risposte e legittimamente pretendono che il proprio trattamento venga chiaramente regolamentato, pertanto non lasciato in balìa di chi indiscriminatamente si appropria di inaccettabili margini di manovra che sconfinano facilmente nello sfruttamento ai limiti della schiavitù. Di questi tempi, dominati dalla diffusa precarietà e necessità, per tanti ai limiti della disperazione, di assicurarsi anche un semplice posto di lavoro, la gara al ribasso tra gli operatori dei vari settori nell' assunzione di personale è la tentazione prima, nella quale si cade tanto più spesso quanto meno frequente è la presenza vigile e attiva delle Istituzioni preposte. Non si può permettere che venga meno, come in questo caso, il rispetto imprescindibile per la persona con i suoi diritti primari, e che a risvegliare di continuo l' attenzione su questioni di questo tipo facendosene esasperata portavoce, sia, con diverse modalità, la società civile”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http://www.italiadeidiritti.it

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