Il via libera al decreto sulla spending review non lascia scampo ai fuoricorso universitari, il commento della Cinti

Il via libera al decreto sulla spending review non lascia scampo aifuoricorso universitari, il commento della CintiLa vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per la Scuola e l'Istruzione: “Un panorama tutt'altro che roseo e confortante, che dàpiuttosto l' impressione di trovarsi di fronte ad un ventaglio diprospettive non solo ingiuste e svilenti del significato profondodell' Istituzione universitaria, ma essenzialmente prive di logica,piuttosto peggiorative e non di certo costruttive, cioè non seguite daproposte utili di miglioramento” Roma, 8 agosto 2012- In poco più di un mese, il DL sulla spendingreview è divenuto ufficialmente Legge dello Stato, e nelle diverseamministrazioni statali ci si prepara a familiarizzare con una seriedi tagli di spesa decisi dal Governo per recuperare indicativamente 3,7 miliardi di euro entro il termine di quest'anno, evitando nelcontempo un nuovo aumento dell' Iva.Per quanto concerne il mondo delle Università, intanto, trovanoconferma gli aumenti sulle tasse di iscrizione per i fuoricorso,attraverso l'applicazione di un già preannunciato criterio che tieneessenzialmente conto dei dati ISEE, secondo tre principali fasce direddito, con un aumento fino al 100% nel caso che lo stesso superi i150 mila euro annui. Una novità, di fatto, è rappresentatadall'esenzione dall'incremento per coloro che studiano econtemporaneamente lavorano, mentre fino a pochi giorni fa questoelemento non era ancora chiaro. Altro aspetto rilevante, ma purtroppoa discapito dei fuoricorso, è che gli incrementi per essi programmatinon terranno conto del limite massimo oltre il quale gli Atenei nonpossono richiedere agli studenti più del 20% di ciò che lo Stato offreloro in termini di trasferimenti ordinari. Soltanto per gli studentiin pari con gli esami e con un reddito inferiore a 40 mila euroannuali non è previsto alcun aumento delle tasse, seppur soltantodall'Anno Accademico 2013/2014, per cui anche questi sarannopotenzialmente chiamati a pagare di più l'anno venturo. L'obiettivo,almeno elle intenzioni dei suoi fautori, è quello di coniugare bassoreddito e impegno dimostrato negli studi, anche se allo stato attualenessuno conosce i potenziali riscontri positivi di una simile manovra,soprattutto a livello complessivo.Ai singoli Atenei e relativi Rettori, perciò, si riconoscerà unmargine di auspicata autonomia nella gestione degli incrementi sulletasse, attraverso un approccio che si è pensato graduale, maassecondando comunque precisi criteri inseriti in uno specificodecreto del Ministero da emanare annualmente entro il 31 marzo.Luana Cinti, vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per la Scuolae l'Istruzione afferma:” Tra i tanti dubbi ancora da sciogliere e lelegittime perplessità in merito alla penalizzazione degli studentifuoricorso, vi è il fatto che secondo i dati forniti dal Presidentedella Crui, Marco Mancini, gli studenti con un reddito inferiore a 40mila euro sono almeno il 70% sul territorio nazionale, per cui non sicomprende fino in fondo il senso di tale intervento anche solo intermini di entrate effettive. Di conseguenza, quindi, i tagli previstiper il prossimo anno ( l'ammotare è di 400 milioni di euro),potrebbero essere a maggior ragione applicati di pari passo con lariduzione del fondo ordinario dei singoli Atenei, già ampiamenteprevisto dalla normativa vigente, la quale si accompagna al probabileridimensionamento delle spese ritenute eccessive all' interno didiverse realtà universitarie. Pertanto, in un modo o nell'altro, ilmondo dell' Università subirà tagli anche rilevanti rispetto allerisorse economiche di cui ha finora disposto, perchè i conti nontorneranno semplicemente intervenendo sulle tasse dei fuoricorso. Unpanorama insomma tutt'altro che roseo e confortante, che dà piuttostol'impressione di trovarsi di fronte ad un ventaglio di prospettive nonsolo ingiuste e svilenti del significato profondo dell' Istituzioneuniversitaria, ma essenzialmente prive di logica, piuttostopeggiorative e di certo non costruttive, cioè non seguite da proposteutili di miglioramento. Non è di certo irrilevante, infatti,l'elemento discriminatorio riguardo al trattamento dei fuoricorso,seppur con l'esclusione di quelli che si mantengono lavorando, poichèle ragioni di tale condizione possono essere varie e ugualmentelegittime, non si possono considerare semplicemente eludere. Dovefinisce la tutela di ciascun Ateneo con le proprie specificità e isuoi studenti? Non credo sia accettabile esercitare indistintamentetagli e ridimensionamenti come se si trattasse del superfluo. Ragazzi,Docenti e Rettori si troveranno ad affrontare e a gestire condifficoltà una situazione che molto probabilmente porterà loro viastrumenti importanti di realizzazione e arricchimento personale che sirifletterà sulla società circostante. Pensiamo alle ricadute sullaqualità della didattica, al valore fondamentale della ricerca e all'opportunità di attirare fondi anche esterni per incentivarne il buonfunzionamento. Verranno meno ulteriori servizi e strumenti,probabilmente molti giovani saranno portati ad abbandonare gli studi oa non iscriversi all'Università, con in più il venir menodell'Autonomia decisionale dei Rettori, imbrigliati in un gioco chelascia loro ridotto margine di manovra”. Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Scuola e Istruzioneitaliadeidiritti@yahoo.ithttp://www.italiadeidiritti.it

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