Roma, 8 agosto 2012. Su 275 uomini scesi nelle miniere di carbone di Marcinelle, solo 13 si salvarono. Delle 262 vittime 136 erano italiani, il più giovane di 14 anni e il più anziano di 53 anni emigranti da varie regioni italiane. Molti erano abruzzesi e calabresi. «Il mio ricordo, in concomitanza della ricorrenza di quel tragico momento, va a Mirko Tremaglia, ha dichiarato Razzi. E’ stato il compianto primo ed unico Ministro per gli italiani nel mondo che pretese che l’8 agosto fosse stigmatizzata come la “Giornata nazionale del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo”. Un caro e commosso ricordo va alla memoria quindi di Tremaglia strenuo difensore degli italiani e della italianità all’estero. Nelle cavità di quella miniera belga, ha proseguito Razzi, persero la vita 60 miei corregionali, sessanta abruzzesi molti dei quali di Manoppello provincia di Pescara.» Li chiamavano “musi neri” per il particolare tipo di lavoro che svolgevano e per le reazioni di rifiuto di stampo razzista che il Belgio riservò loro. Lavoratori sporchi di fuliggine e di carbone, fantasmi dislocati lontano dai centri abitati persero la vita al solo scopo di ritrovarne una decente che potesse assicurare loro un futuro. «Io sono stato per 40 anni emigrato in Svizzera da operaio, posso testimoniare come parte in causa del sacrificio, delle mortificazioni e delle avversità che la vita, una nuova vita all’estero, ha elargito a larghe mani a quanti come me fuggivano dalla fame e dalla miseria. Il nostro paese, i nostri governi ancora non hanno recepito alcuna lezione positiva circa il fenomeno dell’emigrazione e della immigrazione. Siamo ancora lontani da una presa di coscienza civile del fenomeno. Lo vediamo ogni giorno nelle determinazioni contro le nostre comunità all’estero e mai a favore, ha concluso.»
Via Uffici del vicario, 21
00186 Roma
Tel. +39-06/67608166 Fax +39-06/67608750
E-mail: razzi_a@camera.it
Sito: