Aids dei felini: strage di gatti nelle città . Si diffonde il virusdegli animali, ma non c’e’ pericolo per l’uomo

In Italia si sta diffondendo l’Aids dei gatti. L’avvertimento è statolanciato da alcune cliniche veterinarie. Da questi presupposti, sono state realizzate estese indagini. In taleambito, una delle più consistenti analisi sieroepidemiologiche,condotta a livello nazionale su un campione di 1863 gatti, haevidenziato una prevalenza pari al 23% sul totale degli esaminati, conoscillazioni dipendenti dalla tipologia della popolazione saggiata.Relativamente alle caratteristiche del campione testato, sono statiinfatti individuati, come soggetti a maggior rischio di infezione daFIV, gli animali che presentano uno o più sintomi sospetti, i maschiinteri, i gatti di età superiore a 4 anni, quelli che vivono in gruppidi più di 6 soggetti o che conducono vita libera o comunque aventicontatto con l’esterno. Ma non c’è però motivo di allarme per le famiglie che tengono gatti incasa: il virus, o meglio i tre virus “Fiv”, “Felv” e “Fip” che fannostrage di felini, non sono infatti trasmissibili all’uomo. Dietro queste sigle un poco misteriose, note come “Aids dei gatti”, cisono patologie che provocano negli animali immunodeficienza, leucemiae peritonite. Sono stati rilevati numerosi casi di questo genere nellecittà, mentre ne vengono segnalati molti di meno dalla provincie edalle campagne. Purtroppo queste malattie provocano numerose vittimetra i gatti e tranne cure sintomatiche, non c’e' ancora un rimediospecifico per tutti e tre i virus. I sintomi della “Fiv” sonoinfezioni molto persistenti con lesioni del cavo orale econgiuntivite. La diffusione dell’Aids felino tra i gatti nelle città è dovuto inquanto sono tipiche malattie infettive di tipo virale, che sidiffondono con i rapporti sessuali, la saliva, le feci e sembra anchecon i morsi delle pulci, che colpiscono dunque soprattutto le coloniedi gatti randagi. Inoltre sono già ben note queste patologie “Fiv”,”Felv” e “Fip”, dato che su di esse sono stati già fatti studiapprofonditi, anche se finora non sono stati trovati dei vacciniadatti. Ci possono essere misure preventive «per mettere l’animale incondizione di non contrarre queste malattie», ma non tutti coloro chehanno gatti sono d’accordo ad esempio nel farli sterilizzare. Insomma anche per i gatti si annunciano tempi bui. Le colonie di gattiche difendono case e centri storici dall’invasione di topi e rattisono in pericolo. Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” purribadendo che non risultano esserci pericoli di contagio per l’uomoinvita, in ogni caso, alla massima attenzione e prudenza tutte lestrutture sanitarie veterinarie al fine di una pronta diagnosidell’infezione.

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