LEGGE ELETTORALE E FINE DELLA PARTITOCRAZIA

“Se c’e’ una cosa che ho carpito nei miei quasi 60 anni di vita terrena e’ che:” L’ unica cosa che accomuna tutte le specie umane e’ la loro fallibilita socio-politica “ (c.g.)

Detto cio’, non possiamo dire che l’ attuale classe poltica italiano ne sia esente dalla sindrome. Ancora una volta il parlamento non e’ in grado di scegliere un sistema elettorale che sposi sovranita’ e governabilita’. Come ho sempre sostenuto ( anche e sopratutto su questo giornale) occorre riequilibrare i due poteri legislativi, quello propositivo di maggioranza e quello legiferativo del parlamento Eravamo partiti nel 48 dal proporzionale secco e collegiale rappresentativo e partecipativo dei nostri padri costituenti, per finire in bruttezza con il porcellum, ossia candidature multiple, premi di maggioranza, liste bloccate e ricattocrazia. Badate che una ritoccatina all’ attuale legge ( come si sta cercando di abbozzare) , non bastera’ a dare stabilita’ legislativa al Paese. In primis bisoglierebbe abolire la questione di fiducia che per oltre 40 anni ha visto da una parte un abuso dei decreti leggi da parte dei governi e dall’ altra un ostruzionismo esagerato delle opposizioni con migliaia di emendanenti. In ambedue i casi si viola la Costituzione:” Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni” [art. Cost. 94]. Ancora:” Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato[ art. Cost. 67]

Dobbiamo ammettere che il premio di maggioranza e il bipolarismo, non solo non hanno dato piu’ stabilita’ legislativa, ma per oltre un ventennio ha tenuto una buona fetta dell’ elettorato, fuori dalla vita politica del Paese. E’ inutile ribadire ancora una volta che il futuro del Paese e della Democrazia ( con la p maiuscola) resta ancora in bilico, finche’ saranno i partiti maggioritari a farla da Re, Padroni e Papponi. Se si vuole realmente ridare al Paese una rinnovazione pragmatica verso un atto compito, occorre che al Presidenzialismo si affianchi una legge elettorale in Costituzione ( e anche qui mi ripeto) onde evitare in futuro altri colpi di mano da parte del politico di turno. Quindi riproponiamo ( sempre io e il mio cane Saddam) l’ elezione diretta del Capo dello Stato, con poteri di nomima e revoca del Consiglio dei Ministri, senza altri poteri speciali. Il nuovo ruolo del Capo dello Sato, dovrebbe essere quello di delegato alla gestione della Cosa Pubblica, in arminia con il parlamento. Altresi’ un sistema elettorale a livello territoriale uninominale, con assegnazioni dei seggi a prescindere dalle liste elettorali, un mandato in base ai singoli voti ottenuti dal candidato e non in proporzionalita’ e non ai voti ottenuti dal “partito” a livello nazionale. Meritocrazia al 100% , sia per il cittadino futuro legislatore, sia per un Capo dello Stato di tutti. ( Uniproporzionalismo)

Io credo che per velocizzare e concretizzare il potere legislativo, occorre ripensare sul bicameralismo perfetto ( che perfetto non e’ mai stato) ed abolire il Senato. A cosa serve un senato federale, ossia del territorio, quando abbiamo ( sul territorio) 20 staterelli, chiamati regioni. (I will say no more. Si fa per dire)
Carmine Gonnella ( progetto Pie) Londra Italy

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