Voi non potete Senza padrone ? Noi possiamo Autogestirci la Vita

Fabbrica è un recital di Ascanio Celestini, di alcuni anni fa. Dalla fabbrica greca Metaleftiki parte un comunicato dei lavoratori che decidono per l’ autogestione: Ricordate l’ autogestione Argentina? L’ articolo per intero l’ ho trovato in spagnolo: ¿No podéis vosotros? ¡Nosotros sí podemos! Por la autogestión de la fábrica de Viomijanikí Metaleftikí (Industrial Minera) en Tesalónica , ma c’è anche in greco. In italiano due testi. In Italia si viene a sapere che “La Fiat brasiliana ha annunciato oggi l’assunzione di 600 nuovi operai nell’area di pressatura, battilastra e pittura, che porteranno la produzione della più grande fabbrica mondiale del gruppo, a Betim, alle periferia di Belo Horizonte, da tremila a 3.150 vetture al giorno. Il quadro del personale passerà dagli attuali 18.600 a 19.200 dipendenti.
Il mercato brasiliano ha bisogno di circa 16 mila auto nuove al giorno e la Fiat è la prima da quasi 11 anni con una quota del 22%.”

E’ così che ho trovato anche un video Fabbrica senza padrone VERLICCHI, dello scorso anno: “Anche in Italia è possibile seguire l’esempio della FA SIN PAT argentina. E’ iniziata l’esperienza dei lavoratori della Verlicchi di Zola Predosa (Italia)”.

Per certe assurde mie connessioni mi viene alla mente la pizzica della Fabbrica Folk.Tanto per non fare l’ Opa cupa…
Ah sarà dura, ma la lotta è vita e il vento soffia ancora.
Doriana Goracci

Come Autogestire Una Fabbrica In #Grecia
Fino al 2009 la Viomihaniki Metalleytiki (Biometal), una fabbrica di Salonicco controllata dal colosso della ceramica Filkeram-Johnson, era un’azienda sana che dava lavoro a circa 70 persone. Poi, nel 2010, è arrivata la Memorandumcrazia. Anagnostou Ioakeim, supervisore del reparto colla industriale e presidente del sindacato della Biometal, racconta in un video realizzato da Alterthess.gr: “Il bilancio ha registrato una perdita nominale di 300mila euro, specialmente perché alcuni prestiti (per un totale di 1 milione e 900mila €) sono stati ritirati dalla compagnia controllante”. Nel maggio 2011 la Filkeram-Johnson ritiene che la fabbrica non abbia alcuna possibilità di sopravvivere e decide di abbandonarla. I dipendenti, a fronte di ritardi sempre più consistenti nel pagamento degli stipendi, scioperano e si astengono dal lavoro (la figura giuridica si chiama epishesi ergasias). Da 14 mesi percepiscono solo un misero sussidio di 359 € al mese e controllano la fabbrica a turni, per evitare che i macchinari vengano portati via. “La situazione è terribile, estremamente difficile, qualche persona ha enormi problemi e sta perdendo tutto. Tra di noi cerchiamo di aiutarci”, dice il tesoriere del sindacato Dimitris Mokas. Lo stesso spiega anche com’è nata l’idea di autogestirsi: “Dopo aver ricevuto l’informazione su un caso simile in Argentina, in una riunione un membro del sindacato si è chiesto se noi lavoratori non potessimo prendere il destino della fabbrica nelle nostre mani”. Di qui la decisione – votata dal 98% dei 42 iscritti al sindacato – di provare a riprendersi l’azienda e amministrarla tramite una cooperativa. I fondi necessari alla costituzione della nuova società, circa 23mila €, dovranno essere versati dai dipendenti tramite l’anticipo dei due anni di mobilità più i sussidi di disoccupazione. Anagnostou Ioakeim caldeggia anche le dimissioni del precedente consiglio d’amministrazione e dei dirigenti che hanno portato la fabbrica al punto in cui si trova adesso: “Non avranno alcun ruolo nella futura gestione dei lavoratori”. Quest’ultimi, inoltre, chiedono che il prestito di 1 milione e 900mila euro sia posto a carico della compagnia controllante, dal momento che è lei a possedere tutte le azioni. La storia della Biometal mi ha subito ricordato quella delle Modellerie D&C – una fabbrica in provincia di Padova fallita nel 2010, riacquistata dai lavoratori e ora completamente autogestita. In quell’occasione ho potuto intervistare il professor Bruno Jossa, autore di diversi saggi sulle società cooperative (tra cui L’ impresa democratica. Un sistema di imprese cooperative come nuovo modo di produzione, La teoria economica delle cooperative di produzione e la possibile fine del capitalismo, ecc.), il quale trova “inspiegabile” e “stranissimo” che, specialmente in un momento come questo, lo strumento della cooperativa sia utilizzato in maniera così sporadica ed estemporanea: È successo altre volte in Argentina, è successo nell’Italia degli anni ’70, quando un centinaio di imprese nacquero in questo modo. Ma insomma, non è la regola. Oggi che viviamo in una crisi così grave la soluzione sarebbe sempre quella di lasciare gestire le imprese ai lavoratori. Purtroppo c’è un’area ostile a questa idea. L’idea non è gradita dai padroni e, quello che è più strano – ma purtroppo è così – è che sono i sindacati a non appoggiare questa soluzione. Se i sindacati si convertissero a questa idea, che è un’idea guida del vecchio socialismo, risolveremmo le crisi in modo magnifico. La crisi attuale non sarebbe più così grave, e non perderemmo migliaia di posti in poco tempo.Ad ogni modo, i lavoratori della Biometal sono estremamente fiduciosi. “Siamo sicuri al 100% di ottenere quello che vogliamo”, dice Dimitris Mokas, sorridendo alla telecamera. Non sarà facile. OPERAI fabbrica greca Metaleftiki
Con lo slogan ” Voi non potete ? Noi possiamo !” gli operai della fabbrica greca Metaleftiki ( settore industria mineraria ) , che produce piastrelle ( azulejos) e materiale per le costruzioni, hanno votato nell’assemblea dell’11 luglio scorso a favore della autogestione della fabbrica, arrivando in questi giorni a prepararsi per attuare concretamente l’intento. La direzione della fabbrica, filiale della Filkeram & Johnson, aveva abbandonato la fabbrica che ha sede in tessalonica, dal mese di maggio 2011. Gli operai in risposta sono in occupazione da quel giorno, reclamando anche il pagamento dei salari arretrati. Il sindacato interno alla fabbrica ha in questi mesi organizzato gruppi di operai , divisi in turni per sorvegliare la struttura e i macchinari in essa per impedire che la direzione porti via tutto il possibile a cominciare dai macchinari. La decisione degli operai di andare a un’autogestione diretta è stata presa dal 98% degli operai. Gli operai hanno chiamato gli altri operai, i sindacati e associazioni varie a sostenere e solidarizzare con la loro lotta ! La lotta continua, anche perchè è chiaro, che lo stato greco e i padroni si opporranno con rabbia a questo tentativo, come per altri versi negli anni passati, in argentina , i padroni e lo stato cercarono i tutti i modi di impedire al
“Movimento delle Fabbriche senza padrone” in cui c’erano fabbriche come la Zanon, la Brukman , la Sasetru, etc., di rimettere in piedi la fabbriche e lavorare “senza padrone”


¿No podéis vosotros? ¡Nosotros sí podemos! Por la autogestión de la fábrica de Viomijanikí Metaleftikí (Industrial Minera) en Tesalónica
Comunicado del Movimiento por la Emancipación y la Autogestión de los Trabajadores sobre la lucha en la empresa Viomijanikí Metaleftikí (Industrial Minera) en Tesalónica.
La Administración de Viomijanikí Metaleftikí, una filial de Filkeram-Johnson, ha abandonado la fábrica de la empresa desde mayo de 2011 junto con sus trabajadores. En respuesta, los trabajadores de la fábrica se han abstenido de trabajar desde septiembre de 2011. El sindicato de trabajadores de Viomijanikí Metaleftikí ha organizado un equipo de 40 obreros, con actividad hasta la fecha (un año después del cierre de la fábrica), para asegurarse de que los administradores no sacan o roban equipamiento de la fábrica. Todos los trabajadores también participan en la Asamblea General.
La propuesta del sindicato para escapar de este punto muerto (mientras los administradores han dejado claro que la fábrica no se reabrirá debido a la falta de fondos) es que la fábrica pase a ser controlada por los trabajadores, una propuesta votada por el 98% de los asistentes a la Asamblea General. Más específicamente, solicitaron que la fábrica fuera transferida a los trabajadores y que todos los miembros de la administración y los trabajadores sentados en el consejo de administración dimitieran, sin ninguna exigencia a la futura administración obrera de la fábrica.
Con respecto al capital inicial, que es necesario para la operatividad de la fábrica, la propuesta de los trabajadores es que el Instituto Nacional de Empleo (OAED) les pague por adelantado las sumas a las que de todas formas tenían derecho.
Finalmente los trabajadores de Viomijanikí Metaleftikí exigen la introducción en la legislación de una categoría legal para empresas cooperativas, para que la suya y otras futuras iniciativas puedan tener cobertura legal.
Nosotros, en la lucha de los trabajadores de Viomijanikí Metaleftikí , aparte del evidente valor que vemos en la lucha y las demandas de todos los trabajadores, también reconocemos un valor adicionar que se resume perfectamente en el esta propuesta de autogestión. Creemos que la ocupación y el regreso a la actividad de las fábricas por parte de los trabajadores es la única propuesta alternativa realista para encarar la explotación en aumento de la clase trabajadora. La auto-organización de las fábricas que cierran es la única propuesta que tiene la fuerza para movilizar a la clase trabajadora que, viviendo bajo la continua amenaza del desempleo, no ve la manera de poder resistir.
Sabemos que las dificultades que encaramos en la lucha por la autogestión de la fábrica son muchas, ya que el Estado y el Capital se le opondrán con rabia, dado que una posible victoria podría crear un precedente y un ejemplo para cualquier otra lucha en el país. Sin embargo, la cuestión de en qué manos cae la producción, hoy se convierte en una cuestión de vida o muerte para una clase trabajadora empujada a la indigencia. Por esta razón, las luchas de los trabajadores que están orientadas a esta dirección, así como las fuerzas solidarias con ellas, deben ser preparadas para luchar con el Estado y la Administración (patronal) para materializar la ocupación de los medios de producción y la autogestión obrera.
Hacemos un llamamiento a todos los sindicatos, organizaciones y trabajadores para que se levanten en solidaridad con la lucha de los obreros de Viomijanikí Metaleftikí y a llevar a cabo un apoyo activo a los trabajadores tanto a nivel financiero como político.
Asamblea abierta: Miércoles, 11 de julio de 2012, a las 18:00h, en el Centro de Trabajo de Tesalónica.
Movimiento por la Emancipación y la Autogestión de los Trabajadores
El texto en griego.
Traducción del cartel (foto):
¿No podéis vosotros? ¡Nosotros sí podemos!
Los trabajadores en Viomijanikí Metaleftikí estamos luchando por que la fábrica pase de las manos del Capital a manos de los trabajadores.
Sin cobrar desde mayo de 2011, absteniéndonos del trabajo y con grandes problemas de supervivencia, estamos luchando por mantener viva una empresa de producción de materiales de construcción muy activa, y por que los trabajadores mantengan su dignidad y la moral alta, frente a la vorágine (ofensiva) del Capital local y extranjero.
¡Luchamos por demostrar en la práctica que nosotros, los trabajadores podemos sin patrones!
¡Luchamos por demostrar que si ellos no pueden, nosotros podemos sin ellos y lo vamos a conseguir!
Sindicato de trabajadores/obreros de Viomijanikí Metaleftikí

11/07/2012, 15:30

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