Bari, 25 maggio 2012 – Gli industriali pugliesi erano in attesa di segnali dalla Regione Puglia a difesa delle Imprese e dell'occupazione locali.Una riduzione del numero e dei costi dei consiglieri e degli assessori regionali per poter programmare una riduzione delle tasse?Il pagamento dei debiti arretrati che le Amministrazioni Pugliesi hanno verso le Imprese?L'accelerazione e semplificazione degli iter autorizzativi di migliaia di progetti che giacciono negli uffici regionali in attesa di essere approvati?Atti concreti per l’attrazione degli investimenti nella nostra regione?Niente di tutto questo. I politici pugliesi, Governatore in testa, hanno un altro impegno: destrutturare e distruggere il sistema produttivo pugliese.E così dopo il capitolo annoso della confusa legislazione regionale in tema di fonti rinnovabili e dopo gli ultimi inefficaci interventi nei settori del mobile imbottito, del lapideo e in materia sanitaria che dirottano ingenti risorse economiche e i malati pugliesi verso altre regioni, è venuto il turno delle Industrie, già assoggettate ad autorizzazione integrata ambientale, che vengono pesantemente messe in pericolo dalla proposta di legge sulle emissioni industriali, approvata all’unanimità dai Consiglieri di tutti i gruppi politici della V Commissione consiliare il 23 maggio scorso.Le logiche che hanno mosso questa decisione sono le stesse che da tempo utilizza la politica regionale.Innanzitutto l'illegittimità. Come le tante norme pugliesi che la Corte Costituzionale ha già dichiarato illegittime in passato e i tantissimi atti amministrativi sospesi e annullati dai TAR, anche questa normativa è palesemente incostituzionale. Essa aggiunge pesi e costi ingiustificati a carico delle Imprese che operano in Puglia rispetto a tutte le altre che operano nel resto d'Italia e d'Europa, mettendole fuori mercato, con risvolti drammatici per i livelli occupazionali diretti e indiretti.La stessa è palesemente incoerente con la normativa ambientale comunitaria, contiene disposizioni confuse difficilmente applicabili e sarà foriera di lunghissimi contenziosi.Confindustria Puglia aveva messo a disposizione del Governo regionale le proprie proposte e aveva auspicato un confronto sereno e costruttivo, peraltro richiesto anche dalle organizzazioni sindacali.Di fronte a questo ennesimo atto di arroganza politica, in danno esclusivo del sistema economico produttivo ed occupazionale regionale, Confindustria Puglia è costretta ad avviare una vera e propria vertenza regionale, con l'auspicio di trovare al più presto una classe politica rinnovata e diversa da quella attuale che non penalizzi quelli che alcuni “politici” considerano ancora purtroppo “i padroni delle ferriere”. Con cortese richiesta di pubblicazione ———————————————————————————CONFINDUSTRIA PUGLIA
Area Comunicazione
Dr.ssa Eleonora Dimola
via Demetrio Marin, 3 – 70125 Bari
Tel. +39 080/5010600 – Fax +39 080/5648762
e-mail: comunicazione@confindustriapuglia.it
confindustriapuglia@confindustriapuglia.it
www.confindustriapuglia.it