PIU’ CHE ALLA CRISI ECONOMICA DRAMMATICA, IO GUARDO CON ANSIA ALLE ISTITUZIONI, ORMAI TROPPO OSSIDATE PER CONSIDERARLE UN PUNTO FERMO A CUI POTERCI RIFERIRE PER SENTIRCI DEMOCRATICAMENTE COAGULATI.

Più di qualche volta, spinto dal dubbio che la vecchiaia mi abbia reso rimbambito, mi faccio diverse domande sulla situazione anomala, anche rispetto agli altri paesi che, ma solo sulla carta, stanno peggio di noi, chiedendomi se l’Italia stia avviandosi definitivamente verso la catastrofe. E, ahimè, non trovo elementi che mi offrano qualche spunto per pensare che ci sia, nel breve-medio termine, uno spiraglio di ottimismo.
Fatte salve le eccezioni, tirate in ballo queste più a difesa di eventuali rogne, oggi mi è più facile dire che l’Italia è un paese in cui la delinquenza dei colletti bianchi regna ormai sovrana, forse più della stessa democrazia, lacerata in ogni suo principio, anche se il Presidente di questa nostra martoriata Repubblica si da fare con tutte le sue forze per raddrizzare la barca, che ormai fa acqua da tutte le parti e rischia pertanto di affondare.
La politica infatti è gestita da malavitosi, da sprovveduti, da persone che non hanno ne arte ne parte, da poveri disgraziati che hanno trovato in essa non certo uno scopo per governare il bene comune, ma unicamente per occupare un posto di lavoro ben retribuito, una visibilità in tutto il territorio, realtà che, con la complicità dei mass-.media, ha poi un ritorno anche negli altri contesti fuori dalla stessa politica, ove è possibile far collezione di doppi-tripli incarichi.. Chi non mi capisce, vada a fare il…politico (scusate lo sfogo !)
Vivere in queste condizioni è umiliante e deprimente per le persone oneste e per bene che nulla possono di fronte a questa situazione che non ha sbocco alcuno, sia nel breve che nel medio termine. Ed allora ? Dobbiamo attendere la morte per non sentir più parlare di queste cose ?
Mi verrebbe da dire, come sono in tanti a dirlo, che un governo autoritario si imporrebbe al posto di un governo tecnico perché, anche quest’ultimo, almeno da quanto abbiamo visto finora, non ha chance alcuna per portare a riva la barca che sta affondando. Io ho sempre odiato la dittatura ma, da quel poco che mi ricordo in funzione dell’età che mi ritrovo addosso, vorrei dire che allora, seguendo un certo indirizzo che poteva piacere o non piacere, almeno si era consapevoli di quale morte si doveva morire.
Dover fare queste affermazioni mi costa, eccome !, ma vivere in una Repubblica le cui Istituzioni servono soltanto a loro stesse e non ai cittadini, è come attendere il nulla.
Non nascondiamoci dietro ad un dito ! Il debito pubblico ormai a 2000 miliardi di Euro è insanabile, la democrazia è da estrema unzione, la recessione è con l’acceleratore, la gente non sa più come muoversi, ed intanto il burrone è a due passi.
A volte, penso di essere io uno sprovveduto mettendomi a confronto con gli uomini politici di oggi, ma poi – per fortuna avessi a sbagliare – il mio pensiero trova, ahimè, oggettiva conferma in tutto ciò che avviene.
Provo compassione per certa stampa correa di questa situazione, la quale, vive in sinergia con le notizie che offre il palazzo o la linea editoriale non sempre invece in sintonia con gli eventi, al punto da determinare il lavaggio del cervello a chi la legge.
Penso e chiudo dicendo che la stampa di oggi, fatte salve alcune eccezioni, sia oggettivamente responsabile di ciò che sta avvenendo in quanto asservita al potere ed alla necessità di portare a casa quattro soldi per poter campare. E ciò, a danno dell’intero sistema Italia.
Quando penso poi che, per quanto concerne il sistema bancario, gli Italiani hanno più fiducia nella Croazia o nella Slovenia ove depositano di conseguenza ogni giorno i loro risparmi, non posso non far mente locale sulla drammaticità del momento, dal quale non vedo assolutamente via d’uscita.
Chi vivrà, vedrà…

ARNALDO DE PORTI

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