Fuori i soldi dalla politica

FUORI I SOLDI DALLA POLITICA

I soldi dei rimborsi elettorali i partiti li hanno già spesi, per questo non possono tagliare la prossima rata di 138 milioni di euro. Le banche li hanno “cartolarizzati”. Violante ha spiegato che il taglio dei finanziamenti elettorali è propaganda, ipocrisia. “Tagliarli è impossibile!”. Lui non si nasconde dietro un dito: “Il finanziamento pubblico annuale è necessario”. La soluzione è semplice, se non si possono tagliare i finanziamenti illegali, in quanto rigettati da un referendum, si taglino i partiti. Tertium non datur. Il super pensionato, 32.000 euro al mese, Giuliano Amato, riservista della Prima Repubblica, ha trovato l'uovo di Colombo, finanziamento misto: pubblico/privato “La soluzione migliore è creare un sistema di finanziamento privato che consenta al cittadino di elargire in funzione di un determinato 'servizio pubblico' che il partito gli garantisca. Penso a tal fine ad associazioni in cui i cittadini discutano, si confrontino, controllino”. In cosa consisterebbe per Amato questo 'servizio pubblico' da pagare ai partiti? Questo mi sfugge, o forse no.

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QUATTRO GATTI SCALCAGNATI A PIEVE EMANUELE

“Un saluto a 5 Stelle a tutti voi. Sono stato in pena fino a poco fa per la nostra “piccola” lista di Pieve Emanuele (MI), ma sembra che alla fine ce l'abbiamo fatta anche noi.

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O Nikos o Beppe
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di viviana v., Bologna (Voti: 39)

Sempre sul tema: andare o no in televisione. Qualcuno non sa o dimentica che quando, nell'antica Atene classica, nacque la democrazia, sorsero subito scuole di sofisti che insegnavano ai futuri carrieristi della politica a infinocchiare la gente, con belle argomentazioni convincenti, e tali sofisti venivano indottrinati per poter far sembrare vero un certo discorso, ma poi per far sembrare verso anche il suo opposto, perché la politica da subito si trasformò da cura del bene pubblico in artifizio che nascondeva l'interesse privato, così che l'apparenza doveva prevalere sulla sostanza. La televisione è essenzialmente inganno e finzione. Vorrei ricordare che nella prima guerra del Golfo, il primo sbarco fu coreografato e filmato da terra, e fu ripetuto più volte finché non si ottenne l'effetto 'spontaneo' desiderato. E' come la famosa foto della battaglia di Ivo Jima con i combattenti che riescono a drizzare la bandiera e che fu fatta con molte pose solo a guerra finita. Vorrei ricordare anche che persone come Berlusconi viaggiano con una équipe di una dozzina di truccatori personali, che le domande che ricevono sono concordate, che i giornalisti sono scelti con cura estrema, che si allontana chiunque sgarri a regole precise, e che loro come qualsiasi altra persona della tv, dalla Gruber a Costanzo a Mentana, non parlano mai a ruota libera, ma leggono da grandi cartelloni le cose che devono dire e hanno costantemente un auricolare nell'orecchio che non si vede, da cui arrivano loro le risposte. E' tutto falso e falsificato. I nostri arriverebbero in questo mondo artificiale come pecore al macello.

Il cambiamento si fa strada

da E.G.

Ciao,
ti scrivo per farti e farci un augurio sincero :
Non diventate politici di professione
Non fatevi contaminare dalla poltrona di Palazzo
Non cedete a compromessi troppo compromettenti
Non andate in TV (giustissimo) esempio ripugnante di ciò che in Italia la politica è.
Devo dirti che sull'onda del successo delle ultime elezioni ho paura, piu' paura di prima perchè il malcontento e la stanchezza hanno assunto una forma. Stanchi di stare ad osservare persone chiuse dentro a palazzi che non ascoltano, non agiscono, mantengono ben saldi gli innumerevoli privilegi. E' molto triste, ma la tristezza nel tempo diventa sconforto, poi rabbia. E ' difficile pensare ad un profondo cambiamento, ad una giusta amministrazione nord e sud lontana da sprechi e corruzione….ad un mondo della finanza che riconquisti una sua moralità e dignità. C'è qualcosa di salvabile? Abbiamo sbagliato tutto? Questa è la sensazione. Come può esserci un reset indolore? Di questo ho paura, perchè come dici tu non è crisi è cambiamento, ma in quale direzione e se così, come si attuerà? Con quali conseguenze? Rivoluzione? Parola grossa, però leggevo da qualche parte che le rivoluzioni nascono di fronte ad eclatanti ingiustizie, in questo chi ci governa dovrebbe starci molto attento!

Il boom del MoVimento 5 Stelle

di P.S.

Le recenti amministrative hanno confermato (con fatti concreti) quanto l’aria politica sia diventata irrespirabile. L’atto più disperato è quello democratico. Napolitano non ha colto i segnali, arrivando in ritardo perfino rispetto ai mestieranti delle segreterie politiche: ‘L’unico boom che conosco è quello degli anni 60’, la frase che punta rimettere in gabbia i grillini. Parole che mal celano un’ovvia verità. Niente a che vedere con il periodo d’oro dell’economia italiana, uno dei più felici nella storia del Belpaese. Il paragone è comunque inappropriato. Il Presidente della Repubblica ha perso una buona occasione per benedire un viatico della politica che potrebbe prendere forma prima (e più) del previsto. Da ‘supervisore super partes’ della politica italiana, Napolitano avrebbe fatto bene a sottolineare positivamente i risultati elettorali del Movimento 5 stelle. Nessuna demagogia in doppiopetto ma una semplice (qualcuno direbbe banale) democrazia che parte dal basso, basata su poche e semplici regole, ovvero l’esatto contrario dell’attuale politica italiana. Un sistema da considerare seriamente, approfondire e analizzare, un nuovo modo di intendere la politica che in altre nazioni (non ultimi gli Stati Uniti) ha sfondato. Napolitano ha perso un’occasione anche per una seconda ragione. Ormai sul viale del tramonto politico, slegato (il ruolo lo impone) da qualsiasi parzialità, avrebbe potuto accollarsi tutte le paure di un mondo che trema e ha paura di implodere. Provare a sbirciare, anche se da lontano, dentro il Movimento 5 stelle, con onestà. E senza paura. Avrebbe potuto, da Presidente della Repubblica Italiana, unirsi allo sguardo di migliaia di cittadini, vogliosi (o meglio, bisognosi) di voltare pagina, di riprendersi un paese che sembra scappare via. Volontariamente o meno, ha preferito girare le spalle e commentare con sarcasmo, unendosi al gruppone dei politicanti, spaventato e spaventoso . Non è un boom, ma un nuovo inizio.

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