GOVERNO TECNICO. E SE NON NE ANDIAMO FUORI, CHE SUCCEDERA’ ?

Gli Italiani, quasi in toto, hanno capito che a Mario Monti non c’era alternativa se non si voleva sprofondare ancor di più in basso a seguito degli ultimi eventi della politica italiana, ma ora stanno un po’ per volta diventando seri e preoccupati perché, malgrado un iniziale e promettente cambio di rotta del governo tecnico, oggi si trovano a fare i conti con l’aumento abnorme della pressione fiscale, con un’inflazione forte che erode giorno dopo giorno il potere di acquisto del denaro (specie alle persone a reddito fisso in quanto gli altri, alias commercianti-imprenditori, non fanno altro che aumentare i prezzi), con la disoccupazione che sta prendendo un graduale e brutto avvio verso la crescita, e con un debito pubblico prossimo a toccare il 122 % del PIL.
A tutto ciò si associa un clima di seria e quasi assoluta consapevolezza di fronte al quale, a mio avviso, solo mostrare un pizzico di ottimismo è da sprovveduti. Del resto, chi macina un po’ di queste cose, avrebbe in qualche modo il dovere di iniettare fiducia nel futuro, perché altrimenti si corre il rischio – peraltro molto verosimile – di peggiorare le cose, innescando ed alimentando conflittualità sociali che non consentirebbero più di governare se non con la forza. E questo sarebbe inaccettabile oltre che un fendente alla democrazia, alla concordia sociale, alla vita di ogni giorno.
Per contro, è necessario dare spazio anche a ragionamenti oggettivi e realistici ad evitare che, nascondendo come stanno davvero le cose, si finisca per imbrogliare soprattutto quel target sociale che, non capendo questi problemi, potrebbe avere delle reazioni di tipo populistico, spinti anche dal fatto che, da un po’ di tempo a questa parte, la politica italiana sembra diventata un covo di ladri che compete nella sfida a chi ruba di più. E questi discorsi sono ormai diventati all’ordine del giorno tanto che la sfiducia verso la nostra politica, almeno dai sondaggi di questa settimana, parla di un buon 50 % dell’elettorato che non andrà a votare.

E’ legittimo farsi due – tre domande dopo le considerazioni di cui sopra ? Anche per non trovarci improvvisamente impreparati agli eventi ?

La prima. I parametri su cui basarsi per risolvere i problemi da parte di Mario Monti, chiamato come “ultima spiaggia” dal Presidente della Repubblica, sono tutti fortemente negativi e quindi non depongono a favore di un raddrizzamento dell’economia e della finanza, tant’è che non sembra improbabile. che, a furia di spremere fiscalmente il cittadino, non ci possa essere una qualche seria protesta che peggiorerebbe ulteriormente le cose.
La seconda. Pare che il governo ultimamente (non so se è solo una mia impressione) stia arrancando e che il popolo italiano non si accontenti più della tanta desiderata credibilità a livello nazionale ed internazionale, se essa non viene accompagnata almeno da qualche sintomo di sviluppo che, ovviamente, ove non ci fosse, determinerebbe una forte delusione specie in chi, salariati e pensionati, sono stati tartassati fino all’ultimo centesimo, spesso subendo ironie e derisioni da parte di quel target delinquente a tutti gli effetti che evade le tasse, oltre da quei disonesti profittatori che hanno cambiato la parità dell’Euro in mille lire…guadagnando per anni il doppio….
La terza. E’ una conseguenza in sintesi delle prime due. Nel caso andasse tutto a rotoli che si farà ? A chi daremo l’incarico ? Forse ancora a coloro che ci hanno portato nel baratro e che, come ho detto ultimamente, si stanno attrezzando per riapparire sulla prossima scena politica sotto altro nome. Come sta facendo ora Casini ?
Come se gli Italiani non capissero che cambiando musica, ma lasciando lì gli stessi suonatori, significa solo cambiare un pentagramma stampato con le note musicali di prima ?

Ed il debito pubblico a chi lo faremo pagare ? Alle mafie…italo-russe-cinesi che, al di la di questa mia boutade, sarebbero sicuramente in grado di provvedere ? Magari con il supporto di quelle di casa nostra, che ormai ogni giorno vengono allo scoperto anche in Parlamento ?

ARNALDO DE PORTI

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