La foto di Palazzo Chigi e’ gia’ da strappare, si torni al voto

Se c’è una foto che è già da strappare, sebbene ancora fresca di stampa, è la foto di Palazzo Chigi. Quella con Monti in piedi e Alfano, Bersani e Casini seduti: Governo e maggioranza prima del vertice troppo frettolosamente salutato come il vertice del grande accordo su lavoro e giustizia. Era appena una settimana fa, sembra invece sia passato un secolo, perché quella foto già non ha più alcun senso.

Nella maggioranza il tempo dei sorrisi (tirati, forzati, imbarazzati, ma comunque sorrisi) è finito, ormai volano gli stracci. L’accordo si è dissolto in pochi giorni, la tregua non ha retto. Non lo dico io, lo dicono quelli che al vertice di Palazzo chigi c’erano. Attacca Bersani: “Se c’è da criticare quello che fa il governo noi possiamo farlo, PdL e Lega devono invece stare zitti, non devono azzardarsi a parlare”. Risponde Alfano: “A suon di minacce non si va da nessuna parte”. Rincara Cicchitto: “Evidentemente l’on. Bersani è in preda ad una sorta di delirio di arroganza”. E questa sarebbe una maggioranza? Non lo è, non poteva mai esserlo, non lo sarà mai.

E allora meglio calare il sipario su questa brutta commedia degli equivoci, messa in scena sulla pelle degli italiani, con un Governo tecnico solo in teoria, ma politico a tutti gli effetti, con una maggioranza in contraddizione continua, con veti incrociati che hanno spento la velleità di riforme e partorito provvedimenti insufficienti se non inutili. Il tempo degli accordi innaturali, inattendibili, impossibili è finito. Andare avanti così sarebbe solo ridicolo e dannoso per il Paese. Meglio finirla qui, meglio tornare subito al voto. Ritirando fuori, magari, la vecchia foto di Vasto, all’aperto, in una bella giornata di sole.

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