Le donne iraniane, pioniere dell’ 8 marzo

Nella giornata internazionale della donna, ci sarà una conferenza internazionale a Parigi. Vi parteciperanno personalità politiche femminili, per esprimere il loro sostegno alla lotta delle donne Iraniane contro la feroce dittatura del regime clericale iraniano. Esprimeranno inoltre la loro solidarietà alle “pioniere” indomite combattenti contro gli Ayatollah, confinate nel Campo di Ashraf. Donne che in questo momento stanno vivendo sulla loro pelle il dramma di un nefasto accordo tra il regime teocratico iraniano e il governo iracheno, per smantellare Campo Ashraf, e trasferirli in modo coatto a “Campo Liberty”, ex base americana in Iraq, che è in realtà un luogo di “sterminio programmato”, privo di qualsiasi servizio (sono stati trovati all'interno perfino numerosi serpenti) voluto dal regime che vuole a tutti i costi eliminare la “resistenza”.
Non a caso in un momento storico in cui tutti i paesi della regione mediorientale stanno vivendo la primavera di libertà grazie al ruolo attivo delle donne, il regime iraniano ha intensificato la repressione e le esecuzioni, temendo che quest'onda possa contagiare fin dentro il suo territorio. Secondo Amnesty International, in Iran è stato raggiunto il massimo record di condanne a morte nel 2011; nella prima settimana del 2012 sono state eseguite 41 impiccagioni pubbliche.
L'esempio delle donne iraniane è grandioso, sono sempre state in prima linea nella lotta, a partire dalle proteste del 2009 e nel febbraio e marzo 2011, quando il regime le ha brutalmente soppresse ed ha trasformato in “leggi” le sue ideologie misogine.
Nonostante ciò le donne hanno continuato ad occupare posti chiave nella leadership (non dimentichiamo che la leader della resistenza è una donna: Mariam Rajavi esule a Parigi) dell' opposizione iraniana nel paese, nel mondo e a Campo Ashraf.
Per questo il regime fondamentalista e clericale che governa l'Iran si è prefisso lo scopo di sopprime Campo Ashraf , che è l'epicentro delle speranze del popolo iraniano, e che comprende un migliaio di donne, le quali sopportano coraggiosamente la pressione crescente in seguito all'assedio del regime e agli attacchi violenti.
A Parigi, in un seminario che coinciderà con la Giornata Mondiale della Donna, la Federazione Internazionale delle Donne contro il fondamentalismo e per l'Uguaglianza (WAFE), dichiarerà la sua solidarietà con l'avanguardia femminile di Ashraf, e il loro determinante ruolo nella lotta contro la dittatura e il fondamentalismo islamico.
La WAFE rivolge un appello ufficiale a “tutte le donne del mondo”, in particolare alle leaders femminili come Michelle Bachelet, capo delle donne alle Nazioni Unite, e vittima a sua volta delle torture di un passato regime.
Sosteniamo i residenti di Ashraf e in particolare le sue mille pioniere indomite, affinchè possano ricoprire un ruolo indispensabile per un cambiamento democratico in un paese che da troppo tempo è governato dal più misogino regime clericale del mondo. Perchè la battaglia per la libertà delle donne iraniane, è la battaglia per la libertà di tutte (troppe) le donne che ancora oggi subiscono il potere e la violenza maschile.

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