CHI TUTTO E CHI NIENTE

Il mese prossimo, anche se il freddo la fa ancora da padrone, sarà primavera. Sicuramente, la natura farà il suo corso; speriamo che ciò accada anche per gli uomini responsabili dei destini d’Italia. Pur se il 2012 è un anno bisestile, riteniamo che il buon senso debba avere la meglio sul fatalismo. Con un PIL lievemente in positivo ed un’inflazione del 2,5%, stimata su base annua, il Paese intende uscire dal pantano di una Crisi che resta perniciosa proprio perché non ha risparmiato nulla e nessuno. Non tutti i deficit sono sanati, ma il peggio, a detta degli osservatori internazionali, per il Bel Paese sembra superato. Far quadrare i conti dello Stato è, forse, l’aspetto più macchinoso. Certo è che l’Italia, Paese tra i più industrializzati del mondo, non è ancora uscita a testa alta da una recessione che neppure il “fiscal drag” è riuscito a contenere in termini meno patologici. Il controllo dell’inflazione, però, non garantisce nulla se non aumenti inconsistenti delle pensioni. Per chi ancora lavora, resta la concertazione. Sempre che le forze sociali trovino punti d’accordo tra chi “chiede” e chi è restio a “dare”. Già qualcuno rimpiange l’Era Berlusconiana. Anche perché, da noi, qualche volta l’apparenza conta quanto la sostanza. L’Italia è un Paese d’anziani. In pratica di pensionati. Chi è costretto a tirare avanti con circa Euro 500 mensili o è un fachiro o un Santo. I diritti acquisiti non si toccano, affermano le forze sociali; l’Esecutivo Monti ribatte. Sul piatto della bilancia, da subito, il rialzo delle aliquote IVA, le “partecipazioni”aumentate per la sanità, i rincari dei combustibili e dei prodotti di generale consumo che sono incontrollati. Per scriverla in chiaro, questo Esecutivo, che vive sulla non sfiducia di quasi tutta la compagine parlamentare, ha escogitato nuove strategie per recuperare i pochi vantaggi che erano stati concessi a chi ha avuto sempre poco. In parecchi casi, niente. Ciò che ci amareggia è la difficoltà nel rendere operativa quell’equità fiscale per i redditi da lavoro dipendente e da pensione. Bene, invece, sul fronte dell’evasione. Perseguire chi ha, ma favorire chi non ha. Sembra un giro di parole; ma è l’essenza di quella politica economica che i Governi politici non sono stati in grado di gestire. A questo punto, in pieno preludio della fase”due” della squadra del Professore, non è più possibile tornare indietro. Il percorso è segnato e le linee d’intervento stabilite. Gli scioperi non risolveranno. Solo renderanno più evidente il malumore che già è ben noto a tutti. Fuori e dentro al Palazzo. Mentre Monti prosegue nella sua manovra di rigore, sarebbe tempo che il Parlamento prendesse in esame, in concreto, la riforma della nostra legge elettorale e del nostro Potere Legislativo. Nella tarda primavera del 2013, in ogni modo, tutti i nodi verranno al pettine. Le elezioni politiche generali daranno nuova linfa ai Partiti che, pur essendo già fin troppo numerosi, potranno anche aumentare. Nel frattempo, dato che “il piatto ancora piange”, si continuerà l’opera di prelevamento, pur con tutte le possibili garanzie, dal calderone del contribuente italiano. Non sono esenti neppure i Connazionali all’estero. Meglio rammentarlo.

Giorgio Brignola

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