QUALI DIRITTI?

Scrivere dei Connazionali all’estero non fa più notizia. Già da tempo. I milioni d’italiani nel mondo hanno sempre meno contatti pratici col Bel Paese. Quasi che le nuove generazioni si siano dimenticate di quelle nate e vissute oltre frontiera. Il diritto di voto, tanto per scriverla tutta, non ha cambiato più di tanto questa palpabile sensazione. Se, poi, si tiene conto che la maggioranza dei Connazionali vive nel Vecchio Continente, allora la nostalgia si fa amarezza. L’Europa ha fagocitato quattro Generazioni d’individui che hanno mantenuto, la cittadinanza del Paese d’origine. A livello internazionale, neppure la lingua di Dante ha avuto migliore fortuna. Tra gli idiomi del bacino mediterraneo, la nostra è la meno diffusa; anche se è studiata come lingua“storica”; un poco come il latino ed il greco antico ai nostri tempi di scuola. Se si escludono le catastrofi, che hanno colpito non pochi connazionali all’estero, di loro ci si ricorda puntualmente sotto il profilo fiscale, Allora, , ma solo allora, i doveri hanno la meglio sui diritti mai ufficialmete riconosciuti. Proprio nei loro confronti, già all’epoca di Berlusconi, i “tagli” si sono fatti sentire.Se il “piatto piange”, allora anche chi vive lontano dalla penisola si deve fare presente. Il termine di “agevolazione” è bandito. L’economia nazionale non le consente più. Chi ha beni immobili in Italia dovrà pagare un’Imposta (IMU) più alta dei residenti. Essere iscritti all’AIRE non sembra aver pregio. Forse, ci si è dimenticati che questi italiani hanno lasciato l’Italia per cercare lavoro ed i loro figli, com’era logico, si sono integrati nei Paesi ospiti. Quella che hanno in Italia non dovrebbe essere considerata “seconda” casa. Perché molti sono stati costretti a lasciarla per sopravvivere. Ora è a loro uso esclusivo per brevi periodi. Non produce reddito reale, ma imposizioni fiscali eccome! Ora, anche per una questione etico/sociale, qualcuno dovrebbe farsi carico di questi problemi che, pur non essendo nuovi, si sono “aggiornati”. Non è che i Rappresentanti della Circoscrizione Estero siano stati in grado, almeno in prima battuta,di focalizzare la questione che, se non altro,coinvolge anche i loro elettori. Ancora una volta, non è stato possibile trovare una via mediana. Un compromesso che renda giustizia a chi la merita. Ogni iniziativa, pur lodevole, resta ovattata tra le tante che non trovano posto tra le iniziative partorite a livello nazionale. Non abbiamo, mai, scritto o sostenuto privilegi. Ci siamo sempre impegnati, con ben poca fortuna, nel fare presente, a chi spetta, che lo status d’italiano all’estero non è stato in nessun caso comodo. C’è gran demotivazione anche all’estero per la scarsa considerazione ne confronti di chi, pur se in altri tempi, ha lasciato la sua terra per trovare pane e lavoro. Non neghiamo, per fortuna, che ci siano stati Connazionali affermati all’estero; ma la maggioranza vive con gli stessi problemi che ben conosciamo. Quindi, prima d’evidenziare i doveri, gli obblighi, sarebbe opportuno promuovere anche quei diritti che nulla priverebbe a chi ha avuto la possibilità di vivere e lavorare nel suo Paese.

Giorgio Brignola

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